Ennesima legge vergogna a favore delle lobby. Questa volta con un emendamento inserito nel milleproroghe si favoriscono le banche in danno di migliaia per non dire milioni di cittadini ed aziende che hanno agito o stavano per agire per recuperare le somme indebitamente percepite a titolo d’interessi anatocistici. Un colpo allo stato di diritto ed a tutti i cittadini
Che Paese è l’Italia ? A cosa è ridotto Il Parlamento italiano in balìa di un governo di un governo tutto dedito a mettere toppe ai problemi giudiziari del premier ?  Di leggi per risolvere i problemi degli italiani neppure l’ombra; uno degli ultimi mojcani a livello legislativo è il ridondante Decreto Milleproroghe che puntuale di questi tempi arriva e, come nel carrozzone di un eccentrico circo, ci si trova di tutto. Sempre, comunque, sgradite sorprese per i poveri italiani. Quest’anno con un emendamento “criminale” perché in sol colpo può essere definito “salva banche” ed “ammazza cittadini ed aziende”, inserito nell’art. 2 quinquies, comma 9° del “decreto milleproroghe” che verrà votato in maniera pressoché blindata anche dalla Camera dei Deputati, viene fatto fuori e ribaltato il principio di diritto espresso dalla Suprema Corte e stabilito con una norma d’interpretazione autentica secondo cui in ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente con l’art. 2935 del codice civile, si interpretano nel senso che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall’annotazione in conto inizia a decorrere dal giorno dell’annotazione stessa. Solo due mesi fa le Sezioni Unite della Cassazione con una decisione autorevolissima e generalmente condivisa e condivisibile, la n. 24418 del 02 dicembre 2010, aveva sostanzialmente confermato il diritto da parte dei correntisti a vedersi restituire tutte le somme indebitamente percepite a titolo di interessi passivi dalle banche su tutti i conti correnti con capitalizzazione trimestrale degli interessi come noto di fatto vietata dall’art. 1283 del Codice Civile. Nella sentenza era stato ribadito il principio secondo cui la prescrizione del diritto del correntista a ottenere la restituzione delle somme, illegittimamente addebitate dalla banca sul conto corrente, decorre dal termine di estinzione del rapporto e non dalla data della singola annotazione a debito sul conto, riaffermando il divieto assoluto dell’anatocismo trimestrale e annuale garantendo in questo modo il diritto di tutti i correntisti, vittime dell’anatocismo alla restituzione dell’indebito relativo ad una prassi bancaria illegale. È evidente che l’emendamento con funzione interpretativa della legge getti una pietra tombale sull’autorevole sentenza della Suprema Corte ponendo le basi da una parte per far perdere le cause già avviate da migliaia correntisti per le quali si sarebbe arrivati a certa vittoria. Attenzione questo è solo uno dei tanti cavilli inseriti e mascherati nel decreto che sarà un’altra “pietra miliare” che questa clase politica lascerà ai posteri. Rivolgiamo quindi, unendoci a tutte le forze politiche come l’IdV con Giovanni D’Agata dello Sportello dei Diritti,  un ultimo appello alla maggioranza affinché sia immediatamente eliminata una norma vergognosa, certamente suggerita dalla lobby delle banche che getta ancora una volta più di un ombra sulla certezza del diritto e sui diritti dei cittadini.
Intanto il Mediterraneo diventa sempre più sottile e la distanza dalle coste africane sempre più labile!