Mediterraneo cimitero dei migranti. E’ così che il nostro mare è stato ribattezzato dopo che da anni vede morire migliaia di persone in fuga da guerra e fame verso un futuro migliore. Ricordiamo tutti il 3 ottobre del 2014 quando in un terribile naufragio al largo di Lampedusa morirono 368 migranti. Da allora il 3 ottobre cade la Giornata della memoria e dell’accoglienza.
Migranti lungo le rotte del Mediterraneo
Secondo la Fondazione ISMU, dal 2014 al 25 settembre 2022 sono stati quasi 25mila i migranti morti e dispersi nelle acque del Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Fondazione ISMU – Iniziative e Studi sulla Multietnicità è un ente di ricerca scientifica indipendente. Dal 1991 è impegnato nello studio e nella diffusione di una corretta conoscenza dei fenomeni migratori, anche per la realizzazione di interventi per l’integrazione degli stranieri.
Secondo l’Ente di ricerca che da trent’anni collabora, tra l’altro, con istituzioni di governo a livello nazionale ed europeo, amministrazioni locali e periferiche, agenzie socio-sanitarie, istituti scolastici di ogni ordine e grado, università, il viaggio verso l’Italia si conferma il più pericoloso. E’ sulla rotta del Mediterraneo centrale, infatti, che si registra da sempre il più elevato numero di morti e dispersi. 1.088 dal 1° gennaio al 25 settembre 2022 su un totale di 1.473 su tutte le rotte del Mediterraneo, tra questi 60 erano bambini.
A quasi dieci anni da quella tragedia, la Sicilia è ancora il principale approdo dei migranti che fuggono verso l’Europa. L’isola continua a registrare incessantemente numerosi arrivi: al 25 settembre se ne contano oltre 51mila su un totale di 69mila in Italia. In particolare l’isola di Lampedusa, da sempre località simbolo delle migrazioni, continua ad affrontare situazioni difficili. Il numero di migranti accolti nell’hotspot supera la capienza consentita. In alcuni giorni di luglio – quando gli sbarchi erano particolarmente consistenti – risultavano presenti 1.600 ospiti su 350 posti disponibili.
Dall’America all’Ucraina: le altre rotte dell’immigrazione
Ma come ricordano i dati IOM (International Organization for Migration), i migranti morti e dispersi sono numerosi anche sulle altre rotte dell’immigrazione. A livello globale dal 1° gennaio al 25 settembre 2022 sono stati registrati 3.469 eventi fatali. La rotta del Mediterraneo, dicevamo, resta la più mortale con il 43% di tutti i migranti morti e dispersi nel mondo. A livello globale gli eventi fatali registrano una significativa crescita nel continente americano (nel 2022 rappresentano un quarto di tutti gli eventi mondiali) e una diminuzione nel continente africano (16% nel 2022 contro il 30% nel 2020). La guerra in Ucraina, inoltre, ha determinato una crescita della percentuale di migranti morti e dispersi sul territorio europeo. Il 3,7% del totale nel 2022 contro il 2% nel 2020).