E’ ripresa l’azione di salvataggio di migranti al largo delle coste italiane a partire dalla Calabria ma interessando anche altri siti. Si stima che nel mediterraneo ci siano attualmente circa 1200 migranti soccorsi tutti da barche di ONG come Sea-Eye ed Ocean Viking.
La vergogna si ripete e ancora una volta non s’impara nulla dal passato recente e remoto: ogni volta che si avvistano le cosiddette “carrette del mare”, barchette o gommoni che siano, comincia il balletto insulso delle responsabili e si fa a gara a non rispondere alle richieste disperate di aiuto.
Ovviamente i Paesi più interessati restano sempre Italia e Malta che per la connotazione geografica sono gli approdi più prossimi e naturali per queste persone che affrontano il mare in condizioni disperate senza pensarci due volte pur di lasciare luoghi e Paesi d’origine dove andrebbero incontro a morte certa.
La loro scelta è sempre la stessa: andare incontro ad una possibilità di morire in mare per scappare da una morte certa ed atroce a “casa loro“.
Migranti, nuovi salvataggi ma ancora lamentele istituzionali
Il ministro degli interni Luciana Lamorgese ha dichiarato che ancora una volta siamo stati “Lasciati soli” alludendo al comportamento dei tanti Paesi europei che continuano ad infischiarsene della situazione migrazioni, così come si disinteressano di tante altre questioni che vanno dal clima al rispetto dei diritti umani aggiungiamo noi.
In realtà gli unici ad essere sempre più soli sono proprio i migranti che, molto più spesso di quanto riscontriamo, sono passati di già dall’essere considerate vittime del problema ad essere loro stessi il problema. La propaganda sovranista da un lato e l’inefficienza della rete di accoglienza dovuta a tanti “furbetti” fanno il resto.
I dati internazionali
La IOM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione)stima morti e dispersi in mare nei primi dieci mesi del 2021 in un numero che ammonta a 1.559
Un numero che lascia molto amaro in bocca in chi crede ancora nei valori dell’accoglienza e della solidarietà non solo a chiacchiere ma con i fatti e con i numeri che ci dicono che le morti per migrazione sono ancora una vergogna in faccia a tutto l’occidente civilizzato che permette questa ecatombe senza muovere un dito.
Per l’UNHCR a ottobre sono giunti in Europa, attraverso le diverse rotte, più o meno 10.500 migranti. Numero inferiore a quelli giunti nell’ottobre 2020, pari a 13.166
I dati non finiscono qui e, volendo si possono approfondire tanti altri aspetti dei flussi migratori con misurazioni non solo quantitative ma anche qualitative ed incrociando i dati del Ministero degli Interni con quelli delle autorità internazionali si ha un quadro che non può lasciare indifferenti.
Nel corso del 2020 si avuto un calo del flusso migratorio dovuto più che altro al Covid19, i dati OCSE in merito sono chiari.
da International Migration Outlook pubblicato da OCSE
“La crisi da Covid-19 ha suscitato il più forte calo mai registrato dei flussi migratori nei Paesi dell’Ocse, di oltre il 30%”
Migranti e richiedenti asilo
Anche il numero di richiedenti asilo in Italia è calato del 39,4% nel corso dello scorso anno. Delle richieste analizzate solo il 28,4% ha avuto esito positivo e, sempre secondo i dati OCSE, i cambiamenti nelle politiche migratorie del nostro Paese sono dovute al cambiamento di governo nell’estate 2019.
Cambio di politiche nei confronti dei migranti, sicuramente, che non ci vedono più al centro di respingimenti selvaggi e pantomime ad ogni richiesta di attracco e porto sicuro ma cambiamenti che non hanno prodotto alti margini di miglioramento se non qualche parola e sporadico atto di vicinanza della Comunità Europea al nostro operato.
Anche con l’abbandono delle politiche sovraniste, abbracciate durante il Conte 1, però, il problema migratorio non è stato affrontato con il giusto piglio e una vera inversione di rotta in Italia non c’è stata. Inversione soprattutto interna nella rete a protezione dei migranti e nella loro accoglienza troppo delegata a strutture obsolescenti e gestioni opache delle stesse.