Il Consiglio Europeo “Ambiente” ha concordato la sua posizione negoziale (orientamento generale) su un regolamento che definisce nuove norme di contabilizzazione e nuovi impegni vincolanti per gli Stati membri per far sì che tra il 2021 e il 2030 l’utilizzo dei terreni e delle foreste in tutta l’UE diventi più sostenibile e rispettoso del clima. Ciò garantirà la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e una migliore protezione del clima.
Il settore LULUCF (uso del suolo, cambiamenti di uso del suolo e silvicoltura), comprendente l’uso di terreni, alberi, piante, biomassa e legname, presenta una caratteristica particolare: non solo emette gas a effetto serra ma è anche in grado di assorbire CO2 dall’atmosfera.
Il regolamento garantirà che tutte le emissioni e tutti gli assorbimenti risultanti dal settore LULUCF siano presi in considerazione nell’obiettivo globale dell’UE di riduzione delle emissioni entro il 2030 almeno del 40%, come convenuto nel quadro 2030 per il clima e l’energia e conformemente agli impegni assunti nell’accordo di Parigi.
Il settore LULUCF, insieme ad altri settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, dovrà contribuire a tale obiettivo riducendo entro il 2030 le emissioni del 30% rispetto ai livelli del 2005.
Con tale orientamento generale il Consiglio è pronto ad avviare i negoziati con il Parlamento europeo per raggiungere un accordo su un testo definitivo.
“Le nostre foreste e i nostri terreni hanno un enorme potenziale di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Utilizziamoli in modo intelligente e rispettoso del clima. Il regolamento permetterà di proteggere meglio le nostre foreste e di migliorare la gestione delle nostre risorse verdi. Si tratta di una misura essenziale per il nostro pianeta e di un passo avanti verso il conseguimento degli impegni di Parigi sul clima. Siamo pronti ad avviare i colloqui con il Parlamento”. dichiara Siim Kiisler, ministro dell’ambiente della Repubblica di Estonia.
La posizione del Consiglio sostiene i due aspetti principali della proposta della Commissione: norme di contabilizzazione aggiornate per garantire che tutte le emissioni e tutti gli assorbimenti per il periodo in questione siano contabilizzati, e impegno degli Stati membri perché le emissioni non superino gli assorbimenti (“regola no debiti”).
Il Consiglio, al pari della Commissione, ritiene importante garantire che ciascun paese dell’UE mantenga un equilibrio tra il totale delle emissioni del settore e la quantità di assorbimento di CO2 derivato, ad esempio, da nuove piantagioni o tramite una migliore sorveglianza delle foreste, delle terre coltivate e dei pascoli a livello nazionale. Nel suo orientamento generale, il Consiglio ha incluso anche le flessibilità proposte per aiutare gli Stati membri a rispettare tale regola.
Secondo il Consiglio, tuttavia, i livelli di riferimento nazionali per le foreste dovrebbero essere determinati in base al periodo di riferimento storico 2000-2009, anziché in base al periodo 1990-2009 inizialmente proposto dalla Commissione.
Il Consiglio ha inoltre convenuto di introdurre una nuova flessibilità per i terreni forestali gestiti, sotto forma di un meccanismo di compensazione fino a 360 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel corso di 10 anni, che corrisponde al pozzo medio annuo per il periodo 2000-2009. L’obiettivo principale è assistere gli Stati membri che potrebbero avere difficoltà nel rispettare la “regola no debiti” nonostante precedenti sforzi profusi per mantenere o rafforzare il pozzo delle loro foreste.
Tutti gli Stati membri possono beneficiare di tale meccanismo durante il periodo 2021-2030. Tuttavia si applicano determinate condizioni rigorose. Ad esempio, prima di poter ricorrere al meccanismo è necessario che la “regola no debiti” sia rispettata nell’insieme dell’UE, in modo da mantenere pienamente il livello di ambizione della politica climatica dell’Unione.
I paesi dell’UE sono autorizzati a ricevere una compensazione a condizione che le loro foreste nazionali generino ancora un pozzo e fino a un importo prestabilito calcolato per ciascuno Stato membro sulla base del loro pozzo medio nel periodo 2000-2009. Tale condizione garantisce l’integrità ambientale del meccanismo.
Il Consiglio ha tenuto conto delle circostanze particolari della Finlandia assegnandole un’ulteriore compensazione di 10 milioni di tonnellate di CO2 equivalente per il periodo 2021-2030.