Michela Martini è un Architetta vicentina che da anni si occupa di architettura Feng Shui. Questo tipo di architettura rappresenta un nuovo approccio alla gestione degli ambienti. Il Feng Shui infatti, consente di vivere gli spazi dell’anima, generando nuova energia e creando armonia tra noi stessi e l’ambiente che abitiamo.
Michela Martini ci racconta in questa intervista come è riuscita a conciliare la sua passione per la visione olistica e la professione di architetta : un vero e proprio viaggio nell’animo umano, un racconto sensibile in continua evoluzione.
Michela come è maturata la scelta di dedicarsi all’architettura Feng Shui?
Era il 1999 avevo aperto lo studio di interior design da quattro anni. Stavo lavorando a dei progetti di case molto grandi che mi davano soddisfazione e i clienti erano contenti.
Ciò nonostante mi mancava qualcosa. Volevo sentirmi dire da loro che le case progettate emanavano un’energia particolare. Che li facevano sentire bene e che in qualche modo contribuivano al loro benessere, anche fuori dagli spazi privati. Essendo appassionata di discipline olistiche e avendo ottenuto risultati sulla mia persona grazie alle esperienze che avevo fatto in quest’ambito, mi chiesi in quale modo potessi integrare la visione olistica nella mia professione.
Cercai nella libreria universitaria di Venezia alcune ispirazioni. Ero una studentessa lavoratrice autonoma allora. Trovai alcuni libri di feng shui e acquistai il “Dizionario del feng shui” di Chun Tung Shi e Chris Evans. Compresi immediatamente che quello era ciò di cui mi sarei voluta occupare negli anni a seguire.
Qual è la tua caratteristica distintiva rispetto ad altri del settore?
Sicuramente il fatto di essermi specializzata nel feng shui. Dal momento in cui ho cominciato a studiare questa disciplina, mi sono appassionata e ho voluto approfondirla il più possibile, almeno per quanto potessi qui in Italia. Ho frequentato un corso biennale, poi vari workshop e seminari. Ne ricordo uno con nostalgia ed entusiasmo, con l’architetto maestro di feng shui Howard Choy, titolare della Golden Gate Feng shui school, che ha sede a Oakland e molti sedi in Europa. Questa specializzazione mi ha permesso di rivolgermi alle persone che non cercano solo ambienti belli e che abbiano elevate caratteristiche di funzionalità; ma che vogliono dimorare in quelli che io chiamo gli spazi dell’anima. Stanze, case, uffici e spazi lavorativi che ci permettono di entrare in sintonia con noi stessi e di creare un’armonia con il potenziale energetico degli edifici.
Qual è l’obiettivo dell’architettura Feng Shui?
L’obiettivo del feng-shui è creare spazi in sintonia con sé stessi e con l’ambiente che ci circonda. Lo si raggiunge creando l’equilibrio tra i due principi di base, Yin e Yang, che rappresentano l’energia femminile e quella maschile. Ognuno dei quali corrisponde a differenti colori, forme, materiali, arredi, orientamenti delle stanze e disposizioni dei mobili
Quali sono i principi del Feng Shui?
I principi del feng shui sono molti e non è facile descriverli brevemente ma ora posso elencarne i principali.
Cominciamo con il principio dell’ordine dal quale si sviluppa tutto il concetto del feng shui: consiste nel far fluire in modo armonioso l’energia Qi. Quel respiro vitale che plasma tutto -cose e persone- all’esterno e all’interno degli spazi abitativi. No all’accumulo di oggetti o alla presenza di giardini incolti e trascurati.
Ogni consulenza o progetto di feng shui inizia con un’operazione di decluttering. Occorre fare una scelta consapevole che porti ad eliminare gli oggetti che non hanno nessuna utilità per noi, né a livello emotivo, né a livello pratico.
Sì alle forme sinuose che rievocano quelle della natura, no agli spigoli vivi, oggetti di propagazioni nocive, che come frecce colpiscono le persone che dimorano negli spazi interessati. Attenzione al baricentro geometrico della casa: questo è il punto in cui il Qi si rigenera e riprende a fluire nello spazio con nuova vitalità. Se ricade all’interno di parti strutturali che non possono essere modificate, demolite o spostate, avremo a che fare con un ambiente con elevato ristagno energetico. Inutile dire che le conseguenze si riversano sui blocchi emotivi ed evolutivi delle persone. Per quanto riguarda l’orientamento dell’edificio, è sempre opportuno che la zona destinata alle attività più dinamiche sia rivolta verso gli spazi esterni più vivaci, viceversa, l’area della casa o dell’edificio aziendale che richiede una caratteristica energetica più statica.
Come è possibile ricreare negli ambienti domestici la stessa armonia che esiste in natura?
Gli studi degli antichi saggi cinesi, che hanno codificato il feng shui, rimandano all’associazione dei colori della natura. Questi sono riproducibili in modo artificiale, ma con pigmenti e materiali naturali. Attraverso le forme che si possono riprodurre e simboleggiare grazie all’intervento dell’uomo, e dei materiali naturali che troviamo in natura, utilizzati per costruire edifici e arredare spazi che richiamano la sua energia. È necessario dire due parole sul ciclo di trasformazione dei cinque elementi – acqua, legno, fuoco, terra, metallo – attorno il quale verte tutta la progettazione feng shui.
Una casa si può dire armonica, quando esiste un equilibrio tra questi 5 elementi; lo si può raggiungere in modo ragionato e ponderato, grazie al utilizzo sapiente di questo strumento straordinario, il quale attribuisce ad ogni elemento forme, colori e materiali specifici.
Ci dai qualche anticipazione del tuo libro ?
Adesso mi emoziono. È un sogno che si realizza dopo anni di riflessioni e tentativi. L’ispirazione è arrivata grazie a un caso di successo. La trasformazione che la vita di una mia cliente ha avuto, in seguito al mio intervento di relooking secondo i principi del feng shui dell’appartamento in cui abitava, e nel quale non si era mai trovata bene.
Non posso anticipare nulla, altrimenti l’editore mi picchia, ma posso dire che è un libro rivolto a tutte le donne, e a quegli uomini che hanno una sensibilità nei confronti dei temi legati all’energia e al suo fluire negli spazi. Che cercano un modo per migliorare la qualità della loro vita, modificando la loro casa o progettando quella che stanno costruendo o ristrutturando (meglio!) per renderla favorevole al loro benessere. All’evoluzione personale e professionale, che li sostenga nel percorso verso la realizzazione della propria missione
Quali progetti ci sono in cantiere?
Voglio realizzare un altro un sogno: formare una rete di impresa, per offrire un servizio chiavi in mano alle persone che desiderano abitare al mare. Sto cercando persone che mi aiutino a trovare esclusivamente edifici da ristrutturare. Non voglio più che si costruiscano nuovi edifici. L’Italia e il mondo sono pieni di immobili di pregio abbandonati, che hanno bisogno di essere recuperati e valorizzati, ai quali serve dare una nuova dignità. Ovviamente non mi rivolgo al mondo e se inizialmente pensavo di partire con le località marittime italiane, rivolgendomi a quelle meno conosciute e magari degradate o non valorizzate, ora ho deciso di cominciare con una regione che amo, le Marche e mettere a punto un progetto pilota, nel quale saranno rispettati i criteri della sostenibilità ambientale e sociale, di eco-compatibilità, di utilizzo delle risorse e dell’artigianato locali.
Ho già trovato alcuni professionisti interessati al progetto con i quali sto collaborando e non vedo l’ora di vedere la squadra formata, per partire.
Com’è nata questa idea imprenditoriale?
Da un anno faccio parte della community LeROSA su Facebook, dove ho conosciuto molte donne fantastiche tra le quali ho avuto l’opportunità di incontrare personalmente un’ex imprenditrice della mia zona. Chiacchierando con lei, raccontandole i miei sogni di andare ad abitare in una casa con vista mare e i miei desideri di creare una rete di impresa per offrire un servizio completo nel mio settore, mi si è illuminata la mente e così ho deciso di conciliare il mio sogno personale con il sogno professionale. Devo molto a questa community: da quando la frequento, sento di essere cresciuta molto come persona e come professionista, grazie a un confronto continuo su temi vari. Inoltre, ho anche avuto l’opportunità di acquisire nuovi incarichi e di dedicarmi a progetti che altrimenti non avrei mai potuto seguire.