Standardizzare la gestione dei rifiuti radioattivi, a partire dalla loro caratterizzazione non distruttiva fino al trasporto, stoccaggio e monitoraggio in tempo reale. E’ questo l’obiettivo del Progetto MICADO (Measurement and Instrumentation for Cleaning And Decommissioning Operations), partito il 3 giugno, grazie a un finanziamento Euratom, e alla sinergia tra 8 partner europei con solida esperienza nel campo dei rifiuti radioattivi, delle tecniche nucleari, dell’elettronica e dell’informatica. I partner italiani, oltre all’INFN che porta le competenze su nuove tecniche di rivelazione delle radiazioni, sono CAEN, azienda con 40 anni di esperienza nel campo dell’elettronica nucleare e capofila del progetto, ed ENEA che possiede competenze specifiche sui materiali e sulle tecniche per la loro gestione.
Progetto MICADO: i partner
I partner internazionali sono ORANO e CEA per la Francia, SCK-CEN per il Belgio, CTU per la Repubblica Ceca, e XIE per la Germania. MICADO prevede un processo completo di digitalizzazione che dovrà facilitare ed armonizzare tutte le metodologie utilizzate sul campo per la gestione di rifiuti nonché per lo smantellamento e il decommissioning (D&D) di impianti nucleari. Ad oggi, infatti, non esiste una soluzione univoca, consistente e lineare per caratterizzare varie tipologie di materiali radioattivi, così come non esiste una soluzione integrata per la digitalizzazione dell’enorme mole di dati prodotti. La soluzione RCMS Digi-Waste proposta nel progetto MICADO produrrà un sistema modulare hardware e software per unificare e standardizzare procedure e metodi per la caratterizzazione non distruttiva ed il monitoraggio dei rifiuti nucleari, proponendosi come riferimento internazionale per tutti gli operatori nucleari, i laboratori di ricerca e le autorità di sicurezza, facilitando l’interscambio di informazioni fondamentali e spesso critiche.
Nel dettaglio l’INFN partecipa con i Laboratori Nazionali del Sud (LNS) a cui è affidato il compito di realizzare il sistema di rivelatori per il monitoraggio della radiazione gamma e neutronica. “La nostra idea di partenza, elaborata attraverso il progetto DMNR (Detector Mesh for Nuclear Repository), finanziato nell’ambito del progetto strategico INFN-Energy, è stata ulteriormente sviluppata grazie al fondamentale contributo della CAEN che ha coinvolto gli attuali partner per arrivare a questo importante risultato” commenta Paolo Finocchiaro, dirigente tecnologo dei LNS.