Si può pensare all’abbraccio come all’esperienza più “primitiva” che ci è dato di vivere dal momento che all’atto della nascita sono le braccia amorevoli della mamma ad accoglierci caldamente. Se dunque l’abbraccio si configura come un’esperienza carica di significato sin dai primi istanti della nostra vita, è naturale che per l’adulto assuma delle valenze anche maggiori e più specifiche. In un abbraccio si trova conforto, rifugio, comprensione: per questo si tratta di un gesto più intimo di quanto si pensi, capace di attivare una vastissima area della sfera psicologica.
Se solo pensiamo a due persone che condividono un sentimento, ci appare chiaro quanto abbracciarsi costituisca un canale espressivo privilegiato. Le parole possono venire inibite da pregiudizi, anche inconsci, o dal timore, spesso infondato, di incorrere in equivoci. E allora interviene l’abbraccio: attraverso di esso un’emozione, anche quella più intensa, si divincola da ogni filtro per rivelarsi nella sua pienezza, complice tra l’altro il contatto fisico.
Tutte queste variabili in gioco concorrono ad investire l’abbraccio del ben noto effetto terapeutico. Allora perché non farne un lavoro? No, non sto vaneggiando. Sarà per la crisi, strettamente economica ma anche di affetti, sarà che bisogna essere estremamente creativi ed innovativi per cercare di sbarcare il lunario, sta di fatto che Samantha Hess, 30enne americana, svolge una professione molto particolare. Samantha è una “professional cuddler”, qualcosa che da noi suona come “coccolatrice professionista”: per 6 giorni a settimana, si prodiga quotidianamente in 5 sessioni di coccole. Prezzo della prestazione? 60 dollari l’ora. Guadagno mensile approssimativo? 7mila dollari.
Però, proprio in virtù della fisicità inevitabilmente contemplata, l’essenza dell’abbraccio può perdersi, assumendo una connotazione sessuale. Questo Samantha lo ha capito perfettamente, motivo per cui, prima di ogni “seduta”, per evitare coinvolgimenti, mette in chiaro le condizioni di questo inusuale servizio che si basa su un rapporto di “mutua fiducia temporanea erogata a pagamento”. Ad esempio con due colpi sulla spalla, la coccolatrice fa capire al cliente che si stanno superando le barriere del platonismo e che la situazione sta degenerando.
Il prossimo passo dell’originale imprenditrice sarà un negozio per dispensatori di coccole ed un corso di formazione di 40 ore per diventare coccolatori professionisti. Il suo obiettivo trascende il mero guadagno: infatti l’intento della giovane, a suo dire, è quello di cambiare la visione della cultura occidentale sull’abbraccio platonico, una sorta di psicoterapia in chiave moderna con l’aggiunta di quel po’ di affetto che tutti dovrebbero permettersi e dal quale tutti dovrebbero sentirsi confortati.