Un fine settimana lungo quello già in corso caratterizzato da tempo abbastanza stabile se non del tutto. Perturbazioni a componente sud occidentali di lieve intensità generano venti deboli che muovono il mare giusto un poco sotto costa. In sostanza molto bassa se non nulla la possibilità di piogge lungo le coste.
Situazione quindi che potrà contemplare discrete chance di pesca sia da terra che dalla barca.
Le temperature ormai miti consentono anche di organizzare battute di pesca serali e affrontandone qualcuna dalla barca proprio in queste serate si potrà rendersi conto delle alte potenzialità di pesca delle acque del nostro golfo nonostante tutti i fattori negativi di tipo ambientale che lo colpiscono.
Proprio davanti alla rotonda Diaz a pochissime centinaia di metri dalla riva, su fondali abbastanza bassi, intorno ai 10- 12 metri, innescando su lenze sottili l’arenicola o verme partenopeo si avranno ottime possibilità di catturare mormore, qualche orata, qualche bel sarago e spesso qualche corvina.
Le condizioni saranno più o meno indifferenti per le tre serate considerando però che il coefficiente di pescosità aumenterà andando verso domenica.
In passato questa tipologia di pesca si effettuava con lenze a mano ma che per essere correttamente manovrate dovevano essere necessariamente di diametri consistenti e quindi visibili. Oggi con l’aiuto di canne e mulinelli si può praticare la stessa pesca usando fili molto sottili che aumenterà la pescosità del nostro complesso pescante.
La sofisticazione si estende oggi anche alle esche utilizzate, arenicola appunto, e delle vecchie esche a resistere con un buon grado di pescosità è la cozza il cui innesco però richiede perizia e pazienza. Non il solo frutto interno quindi, ma l’amo inserito all’interno delle valve.
L’arenicola partenopea
Come dallo stesso nome, le arenicole popolano le coste sabbiose, dove scavano tubi a forma di U, consolidando le pareti con l’abbondante muco prodotto. Per scavare la galleria l’arenicola adopera la faringe estroflettibile. Trattenendosi nel ramo orizzontale del suo ricovero, e contraendo e dilatando aritmicamente il corpo, l’animale determina una corrente d’acqua che va dall’uno all’atro sbocco della galleria, porta sabbia ricca di detriti organici e allo stesso tempo irrora le branchie. La sabbia ingoiata e impoverita delle particelle alimentari viene espulsa attraverso uno degli sbocchi della galleria e intorno al foro di uscita si forma un piccolo cono di deiezione, sormontato da caratteristici cilindretti di sabbia tutti raggomitolati e consolidati da muco. E’ lunga circa fino a 30 centimetri con diametro fino a 4-6 millimetri circa.
HABITAT:
Vive a poca profondità negli arenili in acque intertidali. Luoghi di raccolta per l’abbondanza di colonie sono le sabbie vulcaniche davanti i comuni vesuviani ma anche se di tipo leggermente diverso, sotto la coltre sabbiosa delle spiagge a nord del golfo di Napoli.