In questo scorcio di anno 2019, l’Italia è stata chiamata, insieme agli altri Paesi europei, a discutere la riforma del MES. Il Fondo Salva-Stati, che negli ultimi anni ha aiutato Paesi come Cipro, Spagna, Portogallo e Grecia, necessita di essere riformato per assolvere ancora meglio al proprio ruolo che è quello di salvaguardare la stabilità finanziaria dell’Europa attraverso il sostegno agli Stati membri. L’approvazione della riforma, fissata in un primo momento per la fine dell’anno, slitterà al primo trimestre del 2020 dopo che saranno approvati gli ultimi dettagli.
Cos’è il MES
Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), o più comunemente Fondo Salva-Stati, ha la funzione di prestare assistenza agli Stati in difficoltà finanziaria allo scopo di salvaguardare la stabilità finanziaria della Zona euro nel suo complesso e quella degli Stati membri. È nato nel 2012 per dare carattere di stabilità al precedente Fondo Europeo di stabilità finanziaria nato, asua volta, nel 2010 come misura temporanea. Il MES dispone di un fondo pari a 700 miliardi di euro, costituito dai versamenti da parte degli Stati membri (dunque anche dell’Italia), e gli aiuti sono elargiti attraverso una vasta scelta di programmi di aggiustamento macro-economico, tra i quali, linee di credito cautelative, ricapitalizzazione diretta di istituti, prestiti per la ricapitalizzazione indiretta di banche. Finora attraverso tali strumenti sono stati aiutati Cipro, Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda.
La riforma del MES
Da un paio d’anni si parla, in sede europea, di una possibile riforma di tale accordo. La riforma, sulla quale c’è un accordo di massima, prevede che il Fondo Salva-Stati diventi un paracadute del fondo unico delle banche al quale possono accedere i Paesi con fondi insufficienti per le risoluzioni bancarie. Ci saranno, inoltre, linee di credito precauzionali più efficaci che entrano in gioco neil caso in cui i Paesi vivano una situazione economica davvero grave.
Non sarà necessario, inoltre, firmare il Memorandum, bensì una lettera d’intenti che impegna il Paese ricevente al rispetto delle regole del Patto di stabilità.
Questione alquanto controversa, invece, è quella che riguarda la riforma delle “clausole di azione collettiva” (Cacs) per la ristrutturazione del debito di uno Stato membro.
Quando sarà approvata la riforma del MES
Al momento, sulla riforma del Fondo Salva-Stati, sembra esserci un accordo di massima ma restano da stabilire i dettagli. Come, ad esempio, la capacità di restituire il prestito ricevuto che deve essere strettamente correlata alla situazione specifica di ogni Stato. Dettagli non di poco conto che hanno fatto slittare l’approvazione della riforma da fine anno, come previsto, al primo trimestre del 2020. Per diventare esecutiva, lo ricordiamo, la riforma necessita dell’approvazione dei parlamenti dei singoli Stati.