(Adnkronos) – Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha accolto la richiesta di Giuseppe Conte di sciogliere il Giurì d’onore. Era stato lo stesso leader del M5S a chiederne la costituzione per dirimere la controversia con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sulla vicenda legata all’adesione dell’Italia al Mes. La richiesta dello scioglimento da parte di Conte del Giurì d’onore è arrivata, dopo le dimissioni di Stefano Vaccari del Pd, e Filiberto Zaratti, di Alleanza Verdi e Sinistra e le polemiche successive.
Mes, sciolto il Giurì d’onore
Come si legge sul sito della Camera, il presidente di Montecitorio “può nominare, su richiesta di un deputato che si senta leso nella sua onorabilità da accuse che gli siano state mosse nel corso di una discussione, una Commissione d’indagine a norma dell’art. 58 del regolamento – detta Giurì d’onore – che valuti la fondatezza delle accuse”.
Nel caso specifico, si tratta delle dichiarazioni di Meloni relative al Mes. “Al Giurì viene solitamente assegnato un termine per riferire all’Assemblea sugli esiti della sua attività. Della relazione del Giurì l’Assemblea si limita a prendere atto, senza dibattito né votazione”. Il Giurì d’onore era stato richiesto dal presidente del Movimento 5 Stelle per stabilire se, come sostenuto da Conte, la presidente del Consiglio “avesse mentito al Parlamento”, durante la seduta dell’assemblea del 12 dicembre 2023. L’argomento su cui si è infiammato lo scontro Meloni-Conte riguarda il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) con l’accusa rivolta dalla presidente del Consiglio al governo Conte di aver “prima di fare gli scatoloni” tirato un “pacco al governo successivo”.
Accolta la richiesta di Conte
Per questo il 18 dicembre ha scritto al presidente della Camera Fontana chiedendo che venisse istituito il Giurì d’onore per “ripristinare l’onore minato dal comportamento menzognero della presidente Meloni” che, era l’accusa di Conte, “ha scelto di mentire al Parlamento e a tutti i cittadini, sostenendo che il mio governo aveva dato il via libera al Mes nel gennaio 2021, senza mandato parlamentare e con il favore delle tenebre, lo avrebbe fatto quando ormai si era dimesso, con gli scatoloni pronti. Meloni ha mentito consapevole di mentire, era deputata quando il 9 dicembre 2020 in Parlamento – ricostruisce il leader M5S – abbiamo tenuto un ampio dibattito sul Mes, certificato anche dagli atti”. Dunque dalla premier, è l’accusa di Conte, “un cumulo di falsità, che disonora la massima istituzione di governo”. .
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