Sin dalle prime settimane di diffusione del Covid 19, le teorie su quali potessero essere i soggetti più predisposti al contagio si sono rincorse. Statisticamente sembra che gli uomini siano più colpiti delle donne mentre i soggetti appartenenti al gruppo sanguigno 0 siano più refrattari. Quanto all’età, invece, lo scenario si è modificato nel tempo. I primi mesi hanno registrato la stragrande maggioranza dei casi tra le persone anziane mentre col passare del tempo l’età del contagio si è abbassata fino ad arrivare ai bambini. Per non parlare delle patologie pregresse che sembravano essere il vero spettro di questo virus. Nella miriade di tesi avanzate dai numerosi virologi, immunologi e infettivologi continuamente intervistati, ne emerge una nuova che potrebbe far tirare un sospiro di sollievo alla metà della popolazione italiana. I meridionali sono africani bianchi e in quanto tali più resistenti al virus: parola di Gianfranco Librandi.
Librandi e i meridionali gli africani bianchi
Il deputato di Italia Viva, Gianfranco Librandi, intervistato nel corso del programma radiofonico “La zanzara”, condotto da Giuseppe Cruciani e con la collaborazione di David Parenzo, ha ampliamente argomentato la sua teoria partendo da un dato oggettivo. Vedete immigrati ricoverati nei reparti Covid degli ospedali? No, nessuno. Questo perché
non si ammalano o si ammalano in una forma lieve che non richiede il ricovero in ospedale. Gli africani, insomma, sono geneticamente più forti e quindi meno esposti al contagio. A questa fortunata etnia, per motivi non del tutto chiari (ma azzardiamo per una questione geografica), appartengono anche gli italiani meridionali.
Orgoglio meridionale
A supporto di tale tesi c’è il caso dello stesso deputato Liberti il quale, ha sì contratto il Covid, ma, a suo dire, gli è durato un giorno. Il segreto di cotanta fortuna? Le sue origini calabresi. E’ con grande orgoglio che il politico ha rivendicato, pur abitando a Saronno, le sue origini meridionali. Un passaporto per la quasi immunità. E’ chiaro che dopo le parole del deputato di Italia Viva dovrà aprirsi un nuovo filone di ricerca genetica sul Dna dei meridionali ma anche su quello degli africani (non fosse altro che per magnanimità). Vedremo se dai prossimi studi usciranno scoperte che possano aiutare le generazioni future o anche soluzioni più immediate per affrontare la pandemia.
Polimedici
Un po’ com’è successo in Veneto dove, il presidente Zaia, rifacendosi a solide basi veterinarie (la presenza di ben 7 vertebre cervicali nell’uomo come in tutti i mammiferi) qualche tempo fa propose il reclutamento dei veterinari per incrementare la campagna regionale sui tamponi. Certo, ben poca cosa
rispetto alla proposta dell’ex presidente americano Donald Trump di praticare endovena di disinfettante per guarire dal Covid. Quello che bisogna apprezzare è l’impegno di voler dare il proprio contributo alla risoluzione di questa sciagura mondiale. Come si dice in questi casi: basta il pensiero.
In copertina foto di Gianfranco Librandi