Mercato energia a senso unico, detta così può sembrare una forzatura è pare faccia trasparire un’avversione al sistema dei mercati. In realtà è solo una semplice constatazione di fatto che viene dall’osservazione che ne può fare un qualsiasi cittadino senza competenze specifiche. Non un giudizio di valore, quindi, ma fatti.
Gli esperti di fronte ad un’affermazione del genere storceranno la bocca e tenderanno a dimostrare che in realtà in economia di mercato aperta come la nostra questo non sarebbe possibile, non dovrebbe essere possibile. È così? Non è che, invece, ci troviamo di fronte ad un mercato se non monopolistico almeno oligarchico? Sono domande legittime?
Mercato energia a senso unico
Il mercato dell’energia a senso unico può avere effetti negativi sull’economia e sulla società. I prezzi elevati dell’energia possono aumentare i costi per le imprese e per i consumatori, riducendo la competitività e la crescita economica. Inoltre, i mercati dell’energia a senso unico possono limitare l’accesso all’energia per le famiglie a basso reddito.
Chi afferma che il mercato dell’energia è un mercato di libera concorrenza o non vede o fa finta perché i mercati di libera concorrenza si sa per definizione si “autoregolamentano” secondo la fede liberista oggi imperante. Invece il mercato dell’economia soffre oggettivamente di vischiosità verso l’alto e non si riequilibra mai se non con interventi poderosi delle autorità statali o sovranazionali.
Semplice e troppo facile scaricare i maggiori costi sugli utenti finali, il rischio vero (o una realtà di fatto già conclamata, fate voi) è l’impoverimento, l’inaridimento del sistema economico che troverà produttori sempre più arroganti e consumatori sempre meno in grado di consumare portando il sistema verso l’implosione.