(Adnkronos) – “Il risultato migliore di questi 14, 15 mesi.. quanti sono? Non ricordo più quanti sono” i mesi alla guida di Palazzo Chigi, “a me sembrano 15 anni ma questa è un’altra storia…”. Così scherza la premier Giorgia Meloni, a Bastia Umbra per la Firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Umbria.
“Dei risultati che abbiamo ottenuto in questi mesi al governo – spiega poi la premier -, quelli che ci hanno dato più soddisfazione sono i dati economici”. Con il centrodestra al governo “registriamo il record di occupazione, il record di contratti stabili, il record di occupazione femminile. Ieri è stato l’8 marzo, per me la vera parità è questa”, ha rimarcato.
“Lo scorso anno l’Agenzia delle Entrate certifica maggiore gettito per 26 miliardi di euro. Vuol dire che quando tu non disturbi ma anzi cerchi di dare una mano a chi produce la ricchezza, lo Stato ne beneficia perché una parte della stessa ricchezza torna allo Stato. E infatti nello stesso anno, il 2023, l’Agenzia delle Entrate ci dice anche che abbiamo avuto il record di recupero dell’evasione fiscale, che è un altro dato straordinario”, ha aggiunto.
E il governo, rivendica ancora la premier, ha impostato un approccio diverso, per cui “lo Stato non può diventare un nemico”, perché “noi dobbiamo rendere lo Stato una realtà che non va aggirata, è la nostra azienda di famiglia, e se non lo capiamo i nostri problemi non li risolveremo ma: bisogna cambiare l’impostazione culturare e far capire che facciamo parte dello stesso destino”.
“I Btp Valore che abbiamo istituito in tre emissioni – continua – hanno raccolto circa 53 miliardi di euro, record storico in assoluto, Secondo me è molto importante, ed è una cosa su cui ci siamo molto concentrati, perché uno strumento del genere non solo consente di mettere in sicurezza i risparmi delle famiglie in un momento di grande inflazione, ma perché più parte del nostro debito pubblico riusciamo a rimettere in mani italiane e più saremo liberi di gestire il nostro destino”.
“E’ molto importante – ha aggiunto la premier – che le famiglie italiane si fidino dello Stato e dell’economia della loro nazione e che investano su quella economia e su quello Stato perché ci renderà molto più liberi”. Le firme degli accordi per lo sviluppo e la coesione, oggi siglata tra il governo e la Regione Umbria, continua la presidente del Consiglio, “trovano poco spazio sui giornali rispetto alle polemiche, ma sono importanti per dare risposte ai cittadini e ne sono orgogliosa”.
Con i fondi per lo sviluppo e la coesione “combattiamo i divari tra i territori”, anche “se qualcuno si è arrabbiato…”, ha detto Meloni, aggiungendo: “Quando siamo arrivati al governo abbiamo avviato un’interlocuzione con quasi tutti i governatori regionali, volevamo capire perché nella programmazione 2014-2020 dei 126 miliardi di euro a disposizione ne erano stati spesi solo 47. L’Italia ha evidenti divari tra territori e non può non far arrivare a terra 70-80 miliardi.
Insieme ai governatori siamo arrivati a un decreto, chiamato decreto sud, che riorganizzasse i fondi di coesione stabilendo alcune differenze rispetto al passato, come ad esempio il finanziamento di progetti proposti dalle Regioni e condivisi dal governo nazionale: questo ha fatto arrabbiare qualcuno ma tutti devono fare parte di una strategia nazionale, che finora è sempre mancata. Il singolo territorio può essere valorizzato solo se messo in relazione con tutto il resto”. Con la firma dell’accordo arrivano quindi “240 milioni” che andranno a finanziare “36 progetti strategici”.
Inoltre 150 milioni saranno destinati “a diversi interventi strategici sulle infrastrutture”, ha detto Meloni, riconoscendo come sia difficile politicamente investire e mettere soldi “su infrastrutture la cui realizzazione a volte crea anche disagi, per via dei cantieri, i risultati li vedi dopo anni, il taglio del nastro lo fa un altro e non te che ci hai messo i soldi.
Ma sono necessarie, sono infrastrutture di cittadinanza”. Le 20 Regioni d’Italia, afferma quindi la premier, “non possono essere considerate 20 monadi”, per questo “serve una strategia nazionale”. “Siamo capaci di rafforzare le opportunità di ogni singolo territorio se lo mettiamo in relazione con tutto il resto”, ed è anche da qui che passa il superamento dei gap “tra i diversi territori”.
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