“Napoli consente di provare e nasconde realtà , soprattutto in provincia, molto ricche ma poco conosciute”
Nel mondo della musica l’apparenza è una parte importante. Parole come rock, jazz, musica classica ci riportano alla mente non solo delle sonorità , ma anche (e soprattutto!) delle immagini, dei luoghi, dei modi di vestire e, perché no, di parlare. Troppo spesso però giovani musicisti (a volte anche meno giovani!) spendono troppe energie a curare quell’apparenza, complici i vari social network che oramai imperversano con i loro vantaggi e svantaggi anche nel mondo della musica, non dedicandosi con altrettanta energia alla cura della sostanza, innescando un meccanismo di finzione che trova la sua tomba su un palco, nel live, dove non c’è finzione che tenga. La sincerità . Questo è uno dei valori difficili da trovare oggi, anche nell’underground (che diventa sempre più rapidamente meno underground e più mainstream), in quanto effettivamente nel breve periodo e se non si ha possibilità di esprimersi, la sincerità non paga. Paga nel lungo periodo, ma solo se viene data una possibilità . Possibilità che ha avuto anni fa un gruppo, sincerità che paga: gli Stella Diana (Dario Torre chitarra/voce – Raffaele Bocchetti chitarra – Giacomo Salzano basso – Massimo Del Pezzo batteria). Il progetto degli Stella Diana è nato in un contesto molto intimo e naturale, con uno spirito di spontaneità che il gruppo conserva ancora oggi e che traspare facilmente da una chiacchierata pomeridiana nell’ambiente familiare della loro sala prove. I singoli elementi, prima individualmente, poi in gruppo, sono musicalmente cresciuti bene a Napoli, in quanto “Napoli consente di provare e nasconde realtà , soprattutto in provincia, molto ricche ma poco conosciute”. Dopo una prima fase passata tra componimenti di brani inediti, registrazioni di demo e live che si fanno sempre più numerosi, gli Stella Diana si fanno sentire con l’uscita del primo album, “Supporto Colore” nel 2007, prodotto dalla Seahorse Recordings/Goodfellas, che riceve consensi dal pubblico, nei tour intrapresi in Italia e Spagna, e dalla critica, su numerose testate di settore. Venerdì 16 aprile 2010, a tre anni dal primo lavoro, gli Stella Diana presenteranno al Doria 83 (Via G. Doria 83) con un live da non perdere l’uscita del loro secondo album, “Gemini”, prodotto dall’etichetta spagnola Siete Senoritas Gritando, registrato nell’arco di un mese a Barcellona e distribuito sia in Italia che in Spagna. Il secondo lavoro della band è una raccolta di 9 tracce che scorrono rapide e incisive, con ritmiche incalzanti che non lasciano spazio alla distrazione. Con “Gemini” il gruppo vira nel suo stile, trasformandosi pur rimanendo se stesso: le atmosfere rock contaminate dal gusto psichedelico di “Supporto Colore” lasciano spazio a sonorità più dirette e sicuramente più curate, reinventando in chiave moderna la new wave e lo shoegaze anni ’80 di matrice inglese, in un sound chiaramente influenzato da gruppi come Sonic Youth, Joy Division, The Smiths, i primissimi The Cure. Per quanto riguarda l’aspetto vocale, la parola viene utilizzata dagli Stella Diana con gusto ermetico, sia nella sua scrittura, sia nel modo di cantarla, delineando immagini oniriche che si uniscono perfettamente alla musica. Degno di nota è anche il lavoro grafico della copertina di Gemini: un fondo bianco con delle immagini simboliche che richiamano eventi più o meno importanti della vita della band. Quell’ equilibrata commistione tra forma e sostanza che ha permesso agli Stella Diana di essere un gruppo particolarmente longevo nel panorama underground e di raggiungere dei risultati concreti. L’aspetto che più ci piace di “Gemini” è la sua rappresentazione della maturazione del gruppo, che passa attraverso la reinterpretazione di se stesso e del proprio stile in un lavoro che si mantiene omogeneo, con carattere e personalità , ma senza abbandonare l’identità originaria della band. “Vedut’ ho la lucente stella diana, ch’apare anzi che’l giorno rend’ albore, c’ha preso forma di figura umana; sovr’ogn’altra me par che dea splendore” (G. Guinizzelli).
www.myspace.com/stelladiana
Giovanni Porta