Questa settimana abbiamo provato a seguire la traduzione letterale della parola Underground e, passeggiando per i vicoli del Centro Storico di Napoli, siamo andati a caccia degli echi del sottosuolo
I neologismi in lingua inglese sono oggi per noi il pane quotidiano. Adottiamo parole o modi di dire per trasmettere concetti espressi nella ricca lingua italiana da lunghi giri di parole, che nonostante arricchiscano il concetto, spesso lo limitano nella sua immediatezza. Ma a volte ci dimentichiamo della traduzione letterale di quei neologismi usati per descrivere situazioni, movimenti culturali, emozioni, quella traduzione che a volte può spiegare l’ontologia di una situazione, di un movimento culturale, di un’emozione.
Questa settimana abbiamo provato a seguire la traduzione letterale della parola Underground e, passeggiando per i vicoli del Centro Storico di Napoli, siamo andati a caccia degli echi del sottosuolo, li abbiamo seguiti attraverso scale buie, scoprendone gli autori nei Crisma 33 (Ugo Russo/voce – Simone Genovese/synth, keyboards, programming – Carlo Natale/chitarre).
I Crisma 33 possono tutt’altro che definirsi gruppo emergente, essendo presenti sulla scena oramai da circa 10 anni, ma hanno conservato l’attitudine nuda e pura dell’underground libero, pur avendo conseguito notevoli traguardi (due fra tutti: la canzone “Freedom” è stata inserita nella colonna sonora del film di Eugenio Cappuccio con Giorgio Pasotti “Volevo solo dormirle addosso” del 2004 ed è stata presentata insieme al film al Festival di Venezia; vincitori del Festival Giovani Suoni 2009). Il progetto Crisma 33 nasce nel 1999 da un nucleo principale a cui si sono affiancati nel tempo altri, tra collaborazioni (Rosario Vitale/primo batterista della band, ora loro tour manager – Alessio Sica/attuale batterista) ed elementi che sono poi diventati parte integrante del gruppo. In 10 anni la band ha esplorato la musica elettronica nei suoi molteplici aspetti, a volte contaminandoli tra loro a volte virando di netto le sonorità proposte in una direzione. Partiti infatti da una musica portata all’impegno sociale, testimoniato da testi in dialetto napoletano, rivolti soprattutto a chi di quelle espressioni dialettali non fa (per l’appunto!) esclusivamente una traduzione letterale, riconoscendovi l’odore di una terra che sanguina, i Crisma sono approdati in Empty Roads, primo album degno di tale nome nel 2009, lavoro totalmente autoprodotto, in cui emerge un gusto musicale rivolto all’elettronica a 360°, dalle prime radici dub alle successive trip hop, drum ‘n’ bass e rock-elettroniche più recentemente esplorate dal gruppo. Anche le parole si portano dall’ impegno sociale in dialetto dei primi EP, a testi in inglese che lasciano spazio al mondo intimista ed emozionale, cantati da una voce utilizzata come altro suono strumentale piuttosto che nella sua comunicazione verbale e omogeneamente immersa nei campionamenti e nelle atmosfere psichedeliche disegnate da chitarra e tastiere.
Oggi le sonorità proposte dai Crisma33 sono inseribili in un contesto internazionale che ci fa ricordare soprattutto la scena electro di Bristol, ma nelle sue evoluzioni il gruppo non dimentica il passato, come testimonia la commovente “A. Letter”, che ricorda la scomparsa Annalisa Durante, ragazzina di Forcella con sogni senza troppa speranza, rimasta uccisa in un agguato di camorra nel 2004, citando nel ritornello le parole della stessa Annalisa “On the last page I hide myself to be the last thing you’ ll forget (mi nascondo nell’ ultima pagina per essere l’ultima ad essere dimenticata)”. Le tracce di Empty Roads si susseguono rapide tra scatenate sonorità di rock elettronico a ballate trip hop (la nostra preferita è sicuramente “Dark Chamber”), in cui si percepisce chiaramente un completo e interessante lavoro sui suoni, tra chitarre, tastiere, synth, voce e campionamenti. Gli arrangiamenti per nulla scontati donano a molti pezzi dell’album un gusto psichedelico pur essendo brevi e di forte impatto. Nell’aspetto live i Crisma 33 mostrano un affiatamento di gruppo e una semplicità che traspare in ogni tipo di situazione e che arriva al pubblico con il risultato di dominare totalmente la scena a loro piacimento.
L’effetto finale è un sound che lascia il segno.
http://www.myspace.com/crisma33
Giovanni Porta