Meduse caravelle: creature marine affascinanti quanto pericolose. Il loro avvistamento al largo del mar Mediterraneo ha messo in allarme i bagnanti. Scopriamo insieme queste meduse, perché sono così pericolose e come dobbiamo comportarci se ci capita di incontrarle.
Meduse caravelle: la caravella portoghese
La forma di questo celenterato marino ricorda in effetti le imbarcazioni che accompagnarono Cristoforo Colombo nei suoi viaggi avventurosi. La parte che emerge dall’acqua è costituita, infatti, da una sacca piena di gas, che le permette di galleggiare, sormontata da una sorta di vela. Quella più nascosta, invece, porta diversi tentacoli urticanti. La medusa Physalia physalis (questo il suo nome scientifico) non è un unico organismo bensì l’unione di quattro individui diversi detti zooidi:
- la sacca galleggiante, lunga dai 9 ai 30 centimetri e alta 15, trasparente striata di blu, rosa, viola o malva, permette all’intero organismo di galleggiare. Se attaccata, la vela può sgonfiarsi per far ritirare l’organismo sott’acqua;
- gli individui dattilozoidi che catturano le prede;
- gli individui gastrozoidi che le digeriscono;
- gli individui gonozoidi responsabili della riproduzione.
I tre individui tre sono situati nella zona dei tentacoli. I tentacoli hanno una lunghezza variabile, dai 10 ai 50 metri, e sono particolarmente urticanti. Contengono circa dieci tipi di veleno (ognuno di un colore diverso) e per alcuni di essi non è stato ancora trovato l’antidoto. Grazie a questi veleni la caravella uccide le sue prede prima di cibarsene: in genere pesci di piccole dimensioni.
Abitante degli oceani
L’habitat naturale della caravella portoghese è quello oceanico. Presente sia nel Pacifico che nell’Atlantico e nell’Indiano, si concentra per lo più nelle fasce tropicali e subtropicali. Molto presente al largo dell’Australia occidentale, è stata avvistata anche nel mar Mediterraneo. Ultimamente, infatti, numerosi avvistamenti sono stati registrati al largo delle coste spagnole e italiane. Liguria, Sardegna, Sicilia e Calabria sono le regioni più interessate. Le caravelle portoghesi non sono dotate di un apparato di locomozione, generalmente sono spinte dalle correnti; con venti a favore possono percorrere anche 30 chilometri al giorno. Non viaggiano mai da sole ma in sciami, per cui a un primo avvistamento ne seguiranno certamente dei successivi.
Creature da evitare
In caso di avvistamento la scelta migliore è quella di non buttarsi in acqua. Pur trovandosi generalmente al largo, infatti, le caravelle possono essere trascinate dalle correnti fino a riva o addirittura in spiaggia. In caso di sfregamento con i tentacoli di una caravella portoghese, è bene sciacquare la parte colpita con acqua di mare (evitare l’acqua dolce). In seguito si può applicare acqua calda al di sopra dei 40° per una ventina di minuti. Il dolore derivato dal siero urticante diminuirà e il segno sulla pelle, simile a quello di un’ustione, svanirà in poche ore. In casi più gravi, i veleni della caravella possono portare febbre, nausea, shock anafilattico e arresto cardiaco. L’avvistamento di una caravella va segnalato, oltre che allo stabilimento balneare e ai bagnanti, anche all’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA).
In copertina foto di William Costa Rodrigues AntSoft da Pixabay