Per il Mediterraneo, il «2014 è l’anno più letale», anche più del picco del 2011, quando erano stati registrati 1.500 decessi. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni fin dall’inizio dell’anno, ha registrato la morte di 4.077 immigrati irregolari nel mondo, con tre quarti – 3.072 – nel Mediterraneo. Dal 2000, più di 22.000 migranti hanno perso la vita nelle temerarie traversate del Mediterraneo.
La maggior parte dei migranti che sono morti alle porte dell’Europa – di annegamento, soffocamento, fame o freddo – sono nati in Africa e Medio Oriente, secondo le statistiche pubblicate dall’OIM. In totale, almeno 40.000 migranti che hanno cercato di entrare in Europa, Stati Uniti, Australia o in altri paesi, sono morti in tutto il mondo dall’anno 2000. Da un anno a questa parte l’aumento del numero di morti è dipeso principalmente dalla progressione dei morti nel Mediterraneo, ha detto l’OIM, che riconosce di non capire molto bene questa tendenza.
Tra i popoli che maggiormente sono giunti in Italia quest’anno si registrano i siriani, il cui paese è stato devastato da una guerra civile per più di tre anni e mezzo, e gli eritrei, che fuggiono dal loro paese per scappare dalla brutale repressione del potere, servizio militare e dai lavori forzati, non retribuiti e di durata illimitata.
L’Europa e l’ONU non possono più tacere ed aspettare che questi tragici numeri, dietro cui si celano le vite e le speranze di persone in carne ed ossa, non s’incrementino più.