Mediterraneo: è emergenza incendi anche quest’anno come da diverso tempo ormai e non solo per il clima.
Sono 735 gli incendi che dal 15 giugno, data in cui è iniziato il periodo di massima pericolosità, hanno interessato il territorio regionale. Lo comunica la Protezione Civile della Campania tracciando un bilancio di metà stagione. In totale sono stati eseguiti 1.232 interventi che hanno visto impegnate 5.294 unità specializzate tra personale della Protezione Civile della Regione Campania, delle Comunità montane, di Sma Campania e dei Vigili del fuoco in convenzione con la Regione oltre al volontariato delle Associazioni di protezione civile.
Sono stati 106 gli interventi degli elicotteri regionali, mentre 40 volte è stato necessario richiedere il supporto dei canadair del Dipartimento Nazionale di Protezione civile.
In totale, stando alle prime stime, la superficie regionale interessata dagli incendi è di quasi 2mila ettari.
Si nota un incremento degli incendi dal 19 luglio scorso: in quest’ultimo periodo la media regionale è passata dai 15 ai 30 incendi al giorno con punte anche di 44 in unico giorno.
Questo solo per parlare della Campania e solo in poco più di un mese sui dati ufficiali della Protezione Civile.
Naturalmente quanto accaduto in Sardegna, in Sicilia ma anche sulla costa adriatica dove la furia del fuoco ha lambito città e paesi e dove centinaia di famiglie hanno dovuto abbandonare le loro case con grande preoccupazione è cronaca ormai.
Mediteraneo: brucia la Grecia
Il disastro in Grecia fa da contraltare, sulla sponda orientale del Mediterraneo, alla situazione italiana e la dichiarazione del viceministro alla Protezione Civile, Nikos Hardalias circa il fatto che il peggio deve ancora arrivare lascia pietrificati tutti gli osservatori esterni ed interni al Paese ellenico.
Mediteraneo: non è solo colpa clima
Posto che i cambiamenti climatici sono sicuramente agenti qualificati nel verificarsi di questi sempre più frequenti fenomeni c’è da sottolineare come l’azione dei piromani, spesso mossi da motivazioni assolutamente economiche e non naturalistiche, è fuori di ogni ragionevole dubbio molto ma molto forte e presente sia in Italia che in tutti gli altri Paesi del mediterraneo.
Una politica seria ed anche molto repressiva e persecutoria nei confronti di chi si macchia di questi atti, che sono a buona ragione definibili crimini contro l’umanità, sarebbe più che auspicabile arrivati a questo punto.