Il Consiglio europeo è profondamente preoccupato per il ciclo continuo di violenze che ha portato ad una grave perdita di vite umane in Israele e nei territori palestinesi negli ultimi mesi; condanna fermamente gli attacchi terroristici e le violenze da tutte le parti e in qualsiasi circostanza, compresa la morte dei bambini e invita i leader politici a lavorare insieme attraverso azioni visibili per contribuire a calmare e affrontare le cause alla base di tensioni.
A tal fine si esortano tutte le parti ad astenersi da qualsiasi azione che possa peggiorare la situazione, soprattutto, in via di istigazione o provocazione e invita le parti a condannare gli attacchi quando si verificano e attenersi strettamente ai principi di necessità e proporzionalità nell’uso della forza.
Solo il ristabilimento di un orizzonte politico e la ripresa del dialogo può fermare la violenza.
L’UE esorta entrambe le parti ad attuare tali misure al più presto possibile frangente. Un cambiamento fondamentale della politica da parte di Israele per quanto riguarda l’territori palestinesi occupati, in particolare in Area C, aumenterà in modo significativo le opportunità economiche, potenziare le istituzioni palestinesi e migliorare la stabilità e la sicurezza sia per gli israeliani e palestinesi.
L’Unione è ferma nel suo impegno per il raggiungimento di una soluzione a due Stati – sulla base dei parametri stabiliti nelle conclusioni del Consiglio del luglio 2014 – che soddisfano le esigenze di sicurezza israeliane e palestinesi e le aspirazioni palestinesi di statualità e sovranità, mettendo fine all’occupazione iniziata nel 1967 e risolvendo tutte le questioni relative allo status permanente, al fine di porre fine al conflitto. Si oppone, inoltre, con forza a tutte le azioni che minano la fattibilità della soluzione dei due Stati.
Si ricorda che il rispetto del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani da parte degli Stati e degli attori non statali è una pietra miliare per la pace e la sicurezza nella regione.
Per L’UE gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale, costituiscono un ostacolo alla pace e minacciano di rendere impossibile la soluzione dei due stati, l’Unione europea ribadisce la sua ferma opposizione alla politica e le azioni intraprese in questo contesto, come la costruzione della barriera di separazione al di là di insediamento di Israele del 1967, linea di demolizioni e la confisca. Per questo esorta tutte le fazioni palestinesi a impegnarsi in buona fede nel processo di riconciliazione che è un elemento importante per raggiungere la soluzione dei due Stati.
A tal fine si chiede a tutte le parti ad adottare misure rapide per produrre un cambiamento fondamentale per la politica, di sicurezza e la situazione economica nella Striscia di Gaza. L’Autorità palestinese deve riprendere appieno le sue funzioni di governo a Gaza, in quanto è parte integrante di un futuro Stato palestinese; si esortano, poi, le parti palestinesi alla ricostruzione di Gaza come una delle fondamentali priorità nazionali soprattutto per quanto riguarda la salute, l’energia e l’accesso all’acqua.
L’Unione, infine si rende disponibile sempre a essere soggetto mediatore fra le parti per raggiungere l’obiettivo dei due popoli e due Stati.