In un recente report del Global Health and Aging si prospetta nel giro dei prossimi quaranta anni un considerevole aumento della popolazione over 65, che interesserà soprattutto i Paesi in via di sviluppo. Mentre infatti i Paesi maggiormente sviluppati vedranno nel 2050 un picco di ultrasessantacinquenni pari al +70% rispetto al 2010, nei Paesi più arretrati si parla addirittura di un +250% (in India si passerà ad esempio dai 60 milioni attuali ai 227 milioni futuri).
Il dato che emerge di primo impatto è l’allungamento della vita che cresce quasi esponenzialmente. Sappiamo bene però che una vita lunga raramente è sinonimo di vita di qualità, soprattutto laddove l’anzianità va incontro a tutta una serie di disagi e malattie più o meno invalidanti. I progressi della medicina convenzionale sono sotto gli occhi di tutti: la sinergia tra tecnologie d’avanguardia e medici altamente specializzati ha dato vita ad efficaci terapie. Questo però non basta.
Oggi è aspirazione diffusa conferire alla propria esistenza, in misura maggiore quando si è superata una certa età, un valore aggiunto in termini di qualità. Fare un’alimentazione corretta, contrastare lo stress, un buon bilanciamento ormonale, cure estetiche, igiene dentale, vita sessuale equilibrata, check-up diagnostico sono solo alcuni capisaldi della medicina anti-aging, rivolta a contrastare i danni funzionali legati al naturale processo d’invecchiamento. Nella nostra società le malattie di tipo degenerativo crescono con ritmi vertiginosi e si rende sempre più necessario adottare uno stile di vita che sia il frutto dell’applicazione di metodologie anti-aging. Queste ultime spingono in direzione di un potenziamento di tutte le capacità funzionali individuali che ci accompagni lungo l’intero percorso della vita.
Sì dunque all’invecchiare, ma non al diventare vecchi. L’invecchiamento è una parabola discendente di tutte le funzioni dell’organismo: diminuzione dell’azione cellulare, impoverimento del sistema immunitario, crollo dei livelli ormonali, stress ossidativo dovuto ai radicali liberi. Tutto ciò è legato solo per 1/3 a fattori genetici, mentre i restanti 2/3 sono da imputare a fattori ambientali e stili di vita. Se è chiaro che nulla o ben poco si può fare contro la genetica, le altre cause di deterioramento si possono ampiamente combattere.
Crescita, replicazione cellulare, processi di riparazione dei danni: la durata e qualità della vita sono determinate dall’equilibrio di tutti questi fattori, dal momento che l’organismo umano subisce quotidianamente delle micro mutazioni, a partire proprio dal DNA. La realtà quotidiana corre a ritmi più veloci delle nostre capacità adattive, il che genera tante nuove malattie. La medicina anti-aging, che per definizione è in perenne progresso, intercetta e previene il declino fisico e cerebrale correlato all’avanzamento dell’età, per poi trattarlo e rallentarlo, in una sorta di riprogrammazione dell’età biologica. Questa prevede:
. massimizzazione dell’efficienza del sistema immunitario; . ottimizzazione dell’alimentazione e dell’integrazione nutrizionale; . prevenzione/trattamento cardio-vascolare e delle malattie cronico-degenerative; . incentivazione dell’efficienza fisica e motoria; . detossificazione dell’organismo; . miglioramento dell’estetica attraverso specifici protocolli dermo-cosmetici e medico-estetici.
In merito a quest’ultimo punto, la stessa chirurgia estetica sta cedendo progressivamente il posto alla dermatologia anti-aging: la medicina estetica punta su interventi che hanno l’ambizione di passare quasi inosservati. Come? Con procedure non più invasive, ma che mirano a plasmare la pelle aiutandola a rinnovarsi da sola, in osservanza del principio di armonia. Concludiamo con quelle che potremmo definire le tre “regole” della medicina anti-aging. 1) Non ammalarsi precocemente e in modo invalidante. 2) Non invecchiare presto nel corpo e nella mente. 3) Aumentare l’aspettativa di vita: dai 50 anni del primo Novecento agli 80 anni del Duemila ai 100 anni previsti per il 2050-2100 (cfr. “Healthy People 2010”, U.S. Department of Health and Human Services).