(Adnkronos) – Nel caso in cui l’Iran attaccasse direttamente Israele in risposta ai raid sulla sede diplomatica iraniana a Damasco, Israele colpirebbe per rappresaglia obiettivi in Iran. A riferirne è da Londra la pubblicazione Elaph News, secondo quanto riporta il Times of Israel. Citando “un funzionario occidentale responsabile per la sicurezza” la pubblicazione sostiene che Israele avrebbe condotto manovre aeree negli ultimi giorni che includono preparativi per colpire impianti nucleari ed altre infrastrutture chiave dell’Iran. In un’intervista a ‘La Repubblica’ il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha affermato: “Se l’Iran ci attaccherà direttamente, noi attaccheremo l’Iran.
E se saranno le milizie alleate dell’Iran a farlo, come rappresaglia per la distruzione del consolato a Damasco, attaccheremo anche loro”. “Siamo pronti a ogni scenario. E Hamas non si illuda che il ritiro delle truppe da Gaza Sud significhi la fine della guerra”, ha aggiunto. “Se troviamo un accordo, ci sarà un temporaneo cessate il fuoco quindi l’Idf non entrerà a Rafah. Ma lo farà in futuro, a tempo debito. Hamas pensa che non lo faremo? Si sbaglia”. Intanto, dal canto suo, Hamas ha dichiarato che sta studiando la proposta di cessate il fuoco e di scambio di ostaggi presentata da Israele, ma ha accusato la parte israeliana di “rimanere ostinata” nelle sue posizioni. “Mentre apprezziamo gli sforzi dei mediatori e la nostra volontà di raggiungere un accordo e la posizione dello Stato ebraico nei negoziati “resta ostinata”, si legge in una dichiarazione del gruppo islamista condivisa dall’agenzia di stampa palestinese Maan News.
Nonostante le critiche alla proposta, Hamas sta comunque studiando la proposta “con piena responsabilità nazionale” e ha detto che invierà la sua risposta ai mediatori una volta che questi avranno finito di esaminarla. In precedenza, i funzionari statunitensi avevano espresso la “speranza” che il gruppo palestinese accettasse l’accordo “sul tavolo”. Sia il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller che il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza interna John Kirby hanno dichiarato nelle rispettive conferenze stampa di essere attualmente in attesa della risposta di Hamas. “La situazione attuale è che una proposta è stata presentata ad Hamas e siamo in attesa della sua risposta.
Come tutti sapete dal nostro precedente monitoraggio, la risposta di Hamas a una particolare proposta, in un senso o nell’altro, può spesso richiedere diversi giorni, a causa della natura delle comunicazioni con loro”, ha precisato Kirby. Miller ha affermato che tale cessate il fuoco “sarebbe vantaggioso non solo per gli ostaggi, ma anche per il popolo palestinese, che sta soffrendo enormemente”, e che Israele ha mostrato la volontà di raggiungere un accordo. Questa proposta arriva dopo gli ultimi colloqui indiretti con Israele, tenutisi domenica al Cairo (Egitto), in cui entrambe le parti hanno già mostrato le loro differenze, e Hamas continua a insistere su un cessate il fuoco permanente, sul ritiro delle truppe israeliane da Gaza e sul diritto al ritorno degli sfollati dall’offensiva, cosa respinta dalle autorità israeliane.
L’accordo attualmente in discussione prevede il rilascio di circa 40 prigionieri israeliani detenuti a Gaza in cambio di una tregua temporanea e il rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi della sicurezza, tra cui alcuni condannati per attacchi mortali. La prima fase della proposta prevedrebbe anche il ritorno dei civili sfollati nel nord della Striscia di Gaza e la consegna di 400-500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione dell’enclave palestinese. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)