Anche nel comparto Internet Media, l’unico in crescita, le aziende media tradizionali hanno riscontrato una riduzione della propria quota di mercato, passando dal 40% nel 2008 al 25% nel 2014.
Gli editori tradizionali possono uscire da questa situazione solo innovando i propri modelli di business in due direzioni: cercando di valorizzare in modo differente i propri contenuti giornalistici, ad esempio attraverso nuove fonti di fatturato e diversificare, puntando su fusioni, acquisizioni e partnership.
Gli editori tradizionali possono uscire da questa situazione solo innovando i propri modelli di business in due direzioni: cercando di valorizzare in modo differente i propri contenuti giornalistici, ad esempio attraverso nuove fonti di fatturato e diversificare, puntando su fusioni, acquisizioni e partnership.
Perugia, 17 aprile 2015 – Il mercato dei Media in Italia prosegue la sua contrazione registrando nel 2014 una riduzione del’1% rispetto al 2013 e del 17% rispetto al 2008, perdendo complessivamente 3,2 miliardi di € negli ultimi 6 anni. Nel dettaglio, è la carta stampata a registrare nell’ultimo anno la decrescita più sensibile (-7%), mentre i ricavi Pay e ADV per la radio diminuiscono del 2% e quelli della TV dell’1%.
Gli Internet Media si mostrano invece in controtendenza: i ricavi salgono del 14% e il comparto raggiunge una quota di mercato pari al 14% del totale Media.
“Tuttavia anche in questo comparto, le aziende Media tradizionali registrano un calo: la loro quota di mercato è passata dal 40% al 25% negli ultimi sei anni“, afferma Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
“Per uscire dalla situazione di stallo occorre innovare i propri modelli di business sotto il segno della creazione di contenuti di valore e della diversificazione del core business”.
Sono questi i principali trend del settore dei media segnalati da Andrea Rangone nel corso del panel Media digitali e innovazione dei modelli di business: il confronto tra Italia ed Europa, tenutosi stamattina al Festival del Giornalismo di Perugia.
In questo scenario, i Media hanno a disposizione due principali strategie per che permettono di sviluppare modelli di business per contrastare l’andamento del mercato.
La prima strategia prevede uno “svecchiamento” del core business, attraverso la creazione di nuove fonti di fatturato legate a nuove modalità di creazione e presentazione dei contenuti.
“Tra le strategie già messe in atto in questo settore”, ha sottolineato Andrea Rangone, “segnaliamo anzitutto l’adeguata valorizzazione dei propri contenuti premium. Ad esempio, in Italia, i ricavi ottenuti dalla vendita di contenuti editoriali attraverso App Tablet e Smartphone, hanno registrato un incremento di oltre il 20% passando dai 20 milioni di Euro nel 2013 ai 25 milioni nel 2014. Un’altra strategia efficace è la valorizzazione della propria audience andando a veicolare contenuti e servizi a valore aggiunto (come, ad esempio, lezioni, consigli degli esperti) in grado di aumentare l’engagement con l’utente e i ricavi dell’editore. In questo campo possiamo citare come esempi Clickin Moms, focalizzato sul mondo della fotografia e di Craftsy sulla cucina, che aggiungono servizi come corsi, webinar, e eCommerce.”
Una seconda strategia prevede la diversificazione di alcune attività rispetto al core business tradizionale, anche attraverso fusioni e acquisizioni o partnership.
Diversi esempi ne attestano l’efficacia: a livello di advertising è il caso di Axel Springer che controlla la piattaforma di advertising Zanox o della Media Company norvegese Schibsted che ha lanciato in tutta Europa siti di online classified (in italia, Subito.it), o di Trinity Mirror che ha acquisito l’agenzia di marketing digitale Rippleffect, o ancora News Corp che ha acquistato il sito di eCommerce Handpicked Collection, specializzato nel luxury.