In fondo ritroviamo sulla scena nazionale molti attori che si sono dati alla radio, tra questi possiamo ricordare l’attore e conduttore radiotelevisivo Max Giusti che, con la sua versatilità riesce anche in radio a raccontare bene ogni piccola sfumatura della vita. Un linguaggio fresco ed allegro, tutto da interpretare e, a volte, da imitare. “Ruolo” radiofonico giocato, sempre di punta, in un susseguirsi di scene che, tra il serio e ildivertito, ci conducono per mano ogni mattina su Radio2 con SuperMax. Un grande live show da godere minuto per minuto.
Cosi, dopo 20 anni dal debutto teatrale, Max ritorna in teatro dalla porta principale, presenziando con “Di padre in figlio” al Teatro Sistina dal 01 al 13 Aprile. Uno spettacolo semicomico sulla paternità in cui Max gioca sulla metafora padre-figlio tra attualità, musica, battute e sentimenti, rispondendo scenicamente ad una semplice e comune domanda: “quando si diventa genitori, si smette di essere figli?” Dopo la sua doppia paternità Max si cala nei panni di un padre attore quarantenne precario, che si ritrova con un figlio appena nato e un padre in ospedale per accertamenti. Da qui nasce un monologo in cui Max, padre, porta il figlio neonato a conoscere suo padre, il nonno. Uno spettacolo di due ore in cui si ride e si riflette anche sulla situazione triste di molti padri italiani.
Un bel monologo che parla alle donne, svelando alcuni retroscena curiosi del rapporto padre-figlio, un racconto scenico scritto da Max assieme ad Andrea Lolli, Claudio Pallottini e Giuliano Rinaldi per la regia di Marco Carniti.
Un racconto per tutti, ricco di poetica e sentimento, in cui si tocca il passato, il presente e il futuro di tre generazioni tra incertezze e speranze. In un gioco magistrale di cura dei dettagli in cui rientrano anche le musiche, composte dal leader e vocalist degli Stadio, Gaetano Curreri.
Il personaggio del papà, interpretato da Max, risulta credibile ma anche divertente con il suo invito diretto alla risata semplice e di gusto. Così dopo essere stato diretto amorevolmente, in passato, dal famoso Pietro Garinei, ci ritroviamo un attore combattivo ed emozionato “Dopo aver passato gli anni ad aprire i pacchi in tv, non potevo rifarmi vivo in teatro con un progetto di repertorio. Avevo bisogno di trovare il progetto giusto, quello che mi facesse dire, appunto, sono pronto a tornare al Sistina”
Tra aneddoti divertenti e approcci educativi sperimentali la storia prenderà strade inaspettate, quando il protagonista si imbatterà in una grande e insperata opportunità che, farà riflettere anche sulla responsabilità e consapevolezza paterna.
“Il mio personaggio è vero, divertente e irriverente, come me, un uomo che cerca di raccontare al proprio figlio chi era suo nonno ed è sorprendente scoprire quante cose sono cambiate in 40 anni nell’educazione di un figlio. Com’è diverso quello che dice ora a suo figlio da quello che gli diceva suo padre quando il bimbo era lui. Quando sono diventato papà, ho due bimbi di tre e due anni, non sapevo bene cosa dirgli. Se i figli sapessero che forza loro danno a noi, e quanto impariamo da loro, in ogni momento. Io da piccolo ero un pacioccone. Mi ricordo quando mio padre mi portava qui al Sistina, a vedere Johnny Dorelli, ed io sognavo di diventare Dorelli, di recitare su questo palcoscenico. Ora ci sono. Una grande soddisfazione. Adesso sono pronto anche per presentare il Festival di Sanremo”
Dopo averlo sentito, tante volte, nella versione radiofonica è sorprendente e, allo stesso tempo, piacevole riscoprirlo a teatro. Una possibilità allegra in più per conoscere Max in versione “papà”.