Il mondo dell’arte è in perenne movimento, mutando fisiologicamente nel tempo, per raccontare la contemporaneità, attraverso, anche, le solide basi delle “origini”. Tra i protagonisti di questa evoluzione, declinata in vera e propria rivoluzione, c’è Matteo Mauro.
NFT e Crypto-Arte, gli italiani ne sono protagonisti
Da sempre, con le sue opere, Mauro cerca di esplorare il mondo che lo circonda, ricercando vecchi e nuovi metodi di espressione creativa e ricorrendo a diverse tecniche digitali di rappresentazione. Le sue linee, ordinate con un particolare algoritmo, creano un affascinante effetto luce/ombra. Non a caso, l’artista è molto noto nel settore NFT (non-fungible token), dove è considerato un innovatore per le inconfondibili animazioni che seguono il suo stile di pittura Micromegalic Inscriptions.
Intervista a Matteo Mauro
Cos’è, però, questa Crypto-Arte? Come crea Matteo Mauro le sue opere? Ne abbiamo parlato proprio con lui ma non solo di questo…
Partiamo con una domanda per “rompere il ghiaccio”, chi è Matteo Mauro per Matteo Mauro?
Matteo Mauro è una individuo che ha scelto di dedicare la propria vita ad uno scopo: l’arte.
Sono nato a Catania, ma poco più che maggiorenne mi sono trasferito a Londra per inseguire i miei sogni e i miei progetti. Oggi mi sento un cittadino del mondo, che esplora il mondo e lo racconta con la sua arte.
Cosa vuol dire ” Crypto-Arte”?
La crypto-arte, o blockchain-art, tecnicamente è l’arte che non si deposita fisicamente su un supporto materiale (tela, pietra, metalli), ma su un sopporto virtuale crittografato, ossia la blockchain (le principali sono ethereum, solana, tezos…).
A livello concettuale è un nuovo modo di intendere e fruire l’arte, in primis digitale. Un’opera crypto è in sé un contenuto artistico digitale, che rappresenta molto di più di una semplice tendenza di mercato, ma una vera e propria rivoluzione del settore artistico. La crypto-arte raccoglie al suo interno vari generi stilistici ben distinti e quindi non è associabile ad un movimento estetico unico.
Cosa cerchi di comunicare con le tue opere?
Un sentimento comune a tutti gli uomini di ogni luogo e di tutti i tempi. La storia di esseri umani che vivono nel nostro millennio, con le nostre stesse paure e le nostre stesse difficoltà. La vita non scivola addosso facilmente, e così anche le mie opere, vanno sentite tramite la tecnica dell’abbandono sensoriale. Senza cercare di comprenderle, ma semplicemente abbandonandosi ad esse.
L’Italia è pronta per la Crypto-Arte?
L’Italia è pronta a tutto. Ma non tutti i suoi cittadini lo sono. L’arte, purtroppo, in questo paese è in mano a poche élite culturali. Non è una disciplina che attraversa trasversalmente tutte le classi sociali. La crypto-arte si fonda su artisti e developer internazionali, tra i quali una grandissima parte dei membri più influenti sono italiani. Gli italiani hanno la capacità di vedere oltre i limiti delle loro catene, nonostante ne sentano ancora le ferite dei loro anelli.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Stiamo lavorando ad una nuova serie di 12 opere digitali ed all’espansione del nostro studio all’interno di un contesto industriale e vasto. Inoltre, stiamo lavorando con l’artista iperrealista Emanuele Dascanio ad una collaborazione che plasmerà un punto di non ritorno nel nostro percorso all’interno della crypto-arte.