Mattarella dopo Mattarella. e fu così che Sergio Mattarella dopo essere stato il XII Presidente della Repubblica ne diventò anche il XIII. Si era allontanato, quasi tirando un sospiro di sollievo, alla fine del suo settennato e invece, dopo quasi una settimana di ‘passione’, viene rieletto.
Sembra una di quelle boutade tutte italiane, del resto la propensione per il melodramma nel Belpaese è ben conosciuta.
All’inizio della settimana delle elezioni del Presidente, Montecitorio schierava un centro destra guidato dal ‘capitano’ Salvini che spargeva ottimismo a piene mani sul parterre di nomi in suo possesso che avrebbe permesso a quella parte politica di eleggere in scioltezza il nuovo Presidente.
Il centro sinistra non dava segni di vita ma invitava, anche se solo inizialmente, alla scheda bianca per cercare gli accordi.
Mattarella dopo Mattarella. Chi era il King maker?
Il fil rouge fin dal 24 gennaio è stato proprio questo: centro destra lancia in resta e centro sinistra muro di gomma su cui sono rimbalzate tutte le velleità di Salvini e compagnia.
Ci si aspetta sempre che la politica sia in grado di non bucare gli appuntamenti importanti ma qui gratta gratta la politica proprio non si trova.
Il procedere delle otto votazioni lo avete seguito tutti, speriamo anche attraverso le dirette che abbiamo ribattuto in tutta la settimana, e lo sconcerto montante rispetto a quello che abbiamo visto crediamo sia stato un sentimento comune a tutti. Che dire dello scoprire come nemmeno la seconda carica dello Stato era immune dalla giostra del centro destra?
Il centro sinistra sempre zitto o al massimo a profferire no a ripetizione, a giusta ragione o meno si vedrà, mentre Salvini si spendeva a più non posso con scarsissimi risultati e la Meloni a fare la voce grossa che ha portato poi allo sfasciarsi totale della compagine di centro destra.
Salvini, Conte, Meloni, Letta e chi più ne ha più ne metta
Chiudere la partita del Quirinale chiedendo, pregando, Mattarella di tornare sui suoi passi. Farlo attraverso l’intervento di Draghi nella sua qualità di Capo del Governo per mediare è la fotografia più nitida del fallimento della politica italiana. Di tutta la politica italiana.
Il jeaccuse di Renzi che finisce per chiedere, convergendo fatalmente con la Meloni, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica è solo un tecnicismo per cadere in piedi come al solito. Questo Paese è una Repubblica Parlamentare e la centralità del Parlamento dovrebbe essere rivendicata non bypassata con una fantomatica richiesta di revisione costituzionale.
Poi Renzi e Riforma costituzionale è quasi un ossimoro e questo lo ha riconosciuto lui stesso in un’intervista a caldo.
Sta di fatto che nessun esponente politico ne esce ben da tutto questo ambaradan che doveva essere un momento di vita democratica per antonomasia ed è diventato uno dei tanti teatrini all’italiana. Questa politica ha gettato la spugna, inutile girarci intorno. Se la destra piange la sinistra non ha niente da ridere, anzi.
Mattarella, salvatore della Patria
Sergio Mattarella è una delle poche certezze del panorama politico italiano. Rarissima gemma di un desolante deserto non solo politico ma ideale. Non è donna, come era stato richiesto ad un certo punto da parte di chi non sapeva più che pesci prendere, ma è competente ed affidabile. Gode di prestigio internazionale e non è succube del pantano politico italiano.
Chiunque si sia voluto o si vorrà intestare la rielezione di Mattarella è bene che sappia che si deve prima intestare la debacle della politica italiana che dopo aver abdicato ad altro potere della Repubblica è venuta meno nella sua massima priorità ed occasione politica.
Non ci sono scuse e non ci resta che riporre le nostre speranze nel nuovo/vecchio Presidente Mattarella ed in Draghi per non perdere il treno dei finanziamenti europei cardine per ridare vigoria a questo Paese. Certo, tanto amaro in bocca rimane per l’incapacità di questa classe politica di avere un minimo di sentire comune.
Saranno sette anni cruciali in questo momento storico Mattarella è l’unico che può governarli magari sferzando e scudisciando chi ha perso la bussola della politica magari sferzando e scudisciando chi ha perso la bussola della politica.