Innanzi tutto ti presento Pave, lei è una mia amica molto preziosa, è una danzatrice.
Mi insegnò ad essere leggera e dolce e a rendere i miei tratti meno taglienti e duri. Da lei appresi l’arte della vera amicizia, certo dirai, “non è la stessa cosa che essere amici tra uomo e donna soprattutto se si è ex”. Può darsi che sia così, ma ogni legame implica un impegno e l’amicizia così come un legame di coppia, implica un sentimento sincero e profondo. Altrimenti si chiamerebbe semplice conoscenza. Ti racconterò della nostra amicizia e poi sarai tu a trovare le tue risposte.
Si sa io sono un matita e questo la dice tutta sulla mia natura e Pave invece è una papaverina. Hai presente F. come sono i papaveri? Belli, di un colore ammaliante e talmente ipnotici che staresti ore a guardarli danzare. Ed io non ne fui preservata. Rimasi incantata nel vederla danzare, lei era esattamente quello che io volevo essere ma non sarei mai potuta divenire. La sua gonna fatta di petali leggeri ed eterei, messa addosso a me, mi avrebbe fatta sembrare goffa ed inadatta. Petali che mi accorsi, non possono essere toccati altrimenti si distruggono per sempre. Io tracciante quasi indelebile e lei eterea e pronta a scomparire alla prima occasione. Come poteva nascere una amicizia su queste basi così distanti? Allora mi interrogai, è mio stile farlo, fino a quando trovai alcune tracce. Se fossimo diventate l’una un pò l’altra, avremmo potuto incontrarci ad un certo punto. Certo il fatto di non poter mai essere come lei, avrebbe potuto generarmi rancori, ritorsioni, accuse e rimproveri oppure, farmi diventare migliore di me (hai letto bene) e attraverso lei, scoprire altre parti di me.
E sai come accadde? Lei mi tradì! Stupito vero? Si si, mi tradì nel senso di TRADERE, mi obbligo ad uscire allo scoperto. Lo fece invitandomi a danzare con lei, sapendo che non sapevo farlo, che mi sentivo goffa e che mi vergognavo nel farlo pechè non ero come lei. Ma con questo gesto se pur doloroso, fui obbligata a superare me stessa e trovare il mio modo di danzare. Grazie a questo scoprii che potevo farlo anche io, certo non come lei. E compresi che l’importante era aver trovato un mio modo per farlo e non imitare lei. Da quel momento la nostra amicizia si saldò e fummo una ispirazione dell’altra perché anche Pave apprese da me alcune caratteristiche; imparò ad esempio a restare, ad esserci e non distarsi al primo vento… (to be continued).
Così, dopo averti raccontato tutto questo, penso che, se pure tutti sostengano che sia impossibile rimanere amici dopo aver vissuto come coppia, se si sposta l’attenzione sull’essere umano e su ciò che può farci scoprire di noi, anzichè sui rancori, si possa scoprire che essere amici ovvero, mezzo attraverso il quale divenire migliori… possa avere speranza.
Voi cosa ne pensate? Quale è la vostra esperienza in proposito?
Inviate i vostri pensieri a info@cinquecolonne.it Vi attendo con grande gioia ogni MERCOLEDI’ e risponderò alle vostre tante domande ogni ultimo mercoledì del mese. La vostra Mata.