Il tumore mammario è il primo per incidenza per i tumori femminili in Italia, tale dato viene anche confermato dalla nostra esperienza presso l’Istituto Nazionale di Tumori di Napoli. Infatti nell’ Unità di Chirurgia Senologica dell’Istituto dei Tumori di Napoli vengono quotidianamente trattati chirurgicamente e seguiti in follow-up circa milleduecentosessanta casi l’anno.
Il trattamento chirurgico per questa patologia è drasticamente cambiato negli ultimi 50 anni. Oggi si ricorre sempre meno alla alla mastectomia demolitiva, sostituita sempre più spesso da una mastectomia conservativa e ricostruttiva, non aggressiva e mutilante per la donna che è affetta da questa neoplasia. Con la mastectomia conservativa, infatti, viene preservato lo strato epidermico della mammella e l’area del capezzolo. Questa tecnica ha garantito che l’immagine del corpo della donna non venga deturpata, migliorando notevolmente il recupero post-intervento nella vita di relazione, familiare e lavorativa. Inoltre, in letteratura numerosi studi hanno registrato dati sulle recidive loco-regionali, nelle pazienti a cinque anni dall’intervento di mastectomia conservativa, paragonabili a quelli di pazienti trattate con mastectomia radicale, supportando che il trattamento chirurgico conservativo non compromette la sicurezza oncologica della mastectomia.
Presso l’ Istituto si è portato avanti uno studio di follow-up per 10 anni dal 2004 al 2014 di pazienti trattate con mastectomia conservativa. All’interno di questo percorso di follow-up, abbiamo assicurato presso il nostro ambulatorio la presenza costante e qualificata di personale dedicato. Questo studio ha rivelato una percentuale molto bassa di recidive locali (1.2%) e regionali (8.4%), nelle nostre pazienti, confermando ulteriormente la sicurezza di questo approccio chirurgico.
Molto interessante è stata anche la valutazione del percorso di follow-up da noi eseguito. Abbiamo infatti esaminato l’utilità di un percorso minimo e di uno più intensivo. Questi approcci si distinguevano l’uno dall’altro per il tipo di esame clinico e diagnostico a cui le pazienti erano sottoposte e soprattutto per la frequenza con la quale le stesse pazienti erano esaminate.
Abbiamo osservato che un percorso di follow-up eseguito ogni anno da personale altamente qualificato con una mammografia annuale, e con uno staging diagnostico completo annuale (Follow-up). Con eventuali esami di II° livello ove necessario, era sufficiente rispetto ad un percorso intensivo per una diagnosi precoce e/o di eventuali riprese della malattia. Questo percorso ha mostrato un miglioramento della qualità della vita della paziente in circa un anno dall’intervento. Nel 90% dei casi una restituzione totale alle attività lavorative, e a quelle affettive, con un bilancio costo benefici sicuramente positivo. Inoltre, ciò ha determinato anche una notevole riduzione nei costi del sistema sanitario nazionale, che si può calcolare in circa un mln di € sulla riduzione nel numero di esami, di giorni di ricovero e di interventi chirurgici. Al momento, presso la nostra Unità di Senologia viene assegnato un percorso definitivo di follow-up a cui la paziente sarà sottoposta. Tra le due tipologie esaminate e sulla bas della nostra esperienza su migliaia di caso valutati il migliore risulta essere un percorso di tipo mediano.
Raffaele Tortoriello – Emilia Caputo