Sono strutture marziane nel senso più letterale del termine, quelle appena individuate sulla superficie del pianeta rosso: non assomigliano a nulla che conosciamo, né sulla Terra né altrove.
Eppure sono lì, a testimoniare forse una pagina ancora sconosciuta dell’evoluzione di Marte. Si tratta di dune molto particolari, a metà strada tra sottili increspature del terreno e morbide colline.
Le ha individuate un team di ricercatori guidati dal California Institute of Technology, che ha combinato immagini provenienti dal Mars Reconnaissance Orbiter e dal rover Curiosity.
I risultati, pubblicati su Science, affermano che questi misteriosi depositi sedimentari sono stati formati dai ventimarziani, nonostante il loro aspetto sia più simile a dune formate dall’acqua.
Gli scienziati hanno confrontato le immagini delle dune marziane con quelle ottenute da una serie di esperimenti realizzati nei fiumi terrestri: ecco trovata l’unica, lontana analogia, proprio tra il comportamento del vento marziano e quello dell’acqua terrestre nel formare le dune.
In entrambi i casi, si formano strutture a forma di “letto” (bedforms), che presentano estensione uniforme ma profili asimmetrici.
Ma sul pianeta rosso le dimensioni di queste dune cambiano a seconda della densità atmosferica: ecco perché le misteriose strutture marziane potrebbero essere così preziose.
Su Marte infatti le dune sono in grado di preservarsi nel tempo tra le rocce, e questo le rende importanti “testimoni” dell’evoluzione atmosferica del pianeta.
Una particolarità scoperta proprio dall’infaticabile lavoro di Curiosity, che ha da poco completato il suo secondo anno marziano fornendo fondamentali informazioni sulle condizioni atmosferiche del pianeta rosso, in attesa dei risultati di ExoMars.