La RespirArt Gallery ospita la personale di Mark Kostabi, noto artista internazionale dalla Pop Art, a cura di Berardo Montebello.
L’inaugurazione si terrà sabato 8 Settembre 2018, alle ore 18.00, a Giulianova in Corso Garibaldi 30, con l’intervento critico di Maurizio Vitiello e la partecipazione dell’artista. La mostra potrà essere visitata fino al 20 settembre 2018.
Scheda
“Un artista contemporaneo come Kostabi con redazioni veloci e con assunti rapsodici riesce a registrare felici, immediati, rapidi, collaudati e solleciti riepiloghi mentre per le ulteriori sottrazioni riesce a far ricordare le atmosfere metafisiche di Giorgio de Chirico, ma anche esiti di dipinti di un periodo storicamente più lontano. Molti si chiedono se può un artista superstar della “Pop Art” ricordarci qualche artista del passato; ebbene, sì e ci fa ricordare, sorprendentemente, per la semantica di sintesi il “San Sebastiano” (circa 1500), olio su tavola, cm. 103,2 x 40,6, di Cima da Conegliano, soprannome di Giovanni Battista Cima (Conegliano 1459/60 – 1517/18), pittore italiano, esponente della scuola veneta del XV secolo. Quest’opera, allocata alla National Gallery di Londra, presenta un illeggiadrito, seppur compunto, soggetto, che nelle consistenze finali delle gambe e dei piedi presenta un felice sunto nelle fattezze, finemente e dolcemente accennate, esattamente abbreviate, insomma, sintetizzate al massimo. Quindi, con alle spalle, tra gli altri, Cima da Conegliano e il più vicino a noi Giorgio De Chirico con le sue consistenze metafisiche, Mark Kostabi, uno degli artisti più conosciuti al mondo e riconosciuto, soprattutto al mercato artistico, da parecchi anni, quasi sembra che voglia mettere d’accordo, in un sotterraneo e silente obiettivo, qualunque cittadino moderno, qualunque internauta, da Berlino a New York, da Roma a Brasilia, perché possa avere tra le pareti domestiche e/o in un efficiente studio/ufficio una sua opera. E ciò potrebbe significare che ogni cittadino, di qualsiasi estrazione sociale, culturale, nonché latitudine, può riconoscere nel volto, si badi bene senza tratti, del Kostabiman il proprio, non perché anonimo, ma perché, virtualmente, di tutti. L’arte – sottolinea e indica Kostabi – deve proporsi per essere consenso di molti; ed ecco la sua diluizione visuale con scene ripetute e omologanti, sviluppate in atmosfere senza tempo con una molteplicità di figurazioni surreal-metafisiche, oggi più di ieri, riconoscibili in tutto il mondo. Questa circolazione di immagini attua una brevità conoscitiva e precisa, straordinariamente, una cifra di riconoscibilità sicura. Le sequenze di Mark Kostabi ci parlano di passato e di futuro, coniugano un solo tempo, semplificano una metabolizzazione visiva, temporeggiano in un attivato e repentino schermo di soluzioni facilmente rilevabili e si canalizzano, d’impatto, per raggiungere una serenità di acquisizione e intercettano, quindi, con proprietà vettoriali una psico-sociologia del consumo estetico con le sue necessità fattuali. La dimensione “Kostabi World” guarda lontano”. Maurizio Vitiello.