Il 16 maggio 2021 Mario Monicelli avrebbe compiuto 106 anni se quel 29 novembre del 2010 non si fosse tolto la vita gettandosi nel vuoto da un balcone dell’ospedale presso il quale era ricoverato. Il suo gesto, definito in genere estremo, si è dimostrato in perfetta coerenza con la sua visione del mondo e della vita, spesso amara, che ha trasfuso in molti dei suoi film. Mario Monicelli è stato il regista italiano che più di tutti ha incarnato la commedia all’italiana, storie che hanno intrecciano piccolezza e dignità, bene e male, comicità e tragicità.
Il regista italiano Mario Monicelli
La carriera cinematografica di Mario Monicelli inizia in epoca fascista grazie al successo ottenuto dal film “I ragazzi della via Paal” alla ‘Mostra per le pellicole e passo ridotto’, manifestazione che si svolgeva parallelamente alla ‘Mostra d’arte cinematografica di Venezia’. Il premio ottenuto fu, tra l’altro, la possibilità di lavorare a un film in modo professionale. Da allora Monicelli lavorò come ciacchista, assistente, aiuto regista e co-sceneggiatore. In questo periodo collaborò con nomi come Pietro Germi, Federico Fellini, Steno. Con quest’ultimo strinse un sodalizio che durò dal 1946 al 1953 e che generò uno dei film più interessanti del secondo dopoguerra: “Guardie e ladri” con Totò e Aldo Fabrizi che vinse il premio come migliore sceneggiatura al Festival di Cannes. Con “I soliti ignoti” inizia, invece, quella lunga fase della sua carriera che si inserisce nel filone della commedia all’italiana.
I grandi attori della commedia all’italiana
Nei film che seguirono diresse attori come Alberto Sordi (“Un borghese piccolo piccolo”, “Il marchese del Grillo”), Monica Vitti (“La ragazza con la pistola”), Vittorio Gassmann (“L’armata Brancaleone”). Attori dei quali riuscì a mettere in luce tanto le doti drammatiche quanto quelle comiche in ruoli talvolta inediti. Diresse ancora Duilio Del Prete, Adolfo Celi, Gastone Moschin, Philippe Noiret e Ugo Tognazzi in due dei tre capitoli della saga “Amici miei”. Catherine Deneuve, Stefania Sandrelli, Giuliana De Sio, Paolo Hendel, invece, sono alcuni degli interpreti di “Speriamo che sia femmina” al quale seguirà “Parenti serpenti” interpretato, tra gli altri, da Marina Confalone, Alessandro Haber, Paolo Panelli, Cinzia Leone.
Ironia e amarezza
Nei suoi film Mario Monicelli ha presentato una visione della vita diversa da quella mostrata fino ad allora: ha cancellato quella linea che divide i buoni dai cattivi, ha raccontato storie di poveri diavoli per i quali si può solo provare compassione, il tutto avvolto da un alone di amarezza. In una frase potremmo dire che ha sgretolato quella patina di ipocrisia che ha spesso avvolto la vita di questo Paese. Ha lavorato senza ipocrisia, così come ha vissuto senza ipocrisia.
In copertina foto di Gorupdebesanez