Dopo il sì della Commissione di vigilanza, Marinella Soldi è ufficialmente il nuovo presidente della Rai. Fiorentina cresciuta all’estero, la Soldi ha alle spalle una consolidata esperienza nel mondo dei network e della leadership. Il nuovo amministratore delegato della Rai è, invece, Carlo Fuortes, esperto di economia della cultura. Quelle di Soldi e Fuortes sono le prime nomine in Rai che non seguono le logiche di partito.
Il nuovo presidente Rai Marinella Soldi
Nata a Figline in Valdarno, Marinella Soldi ha trascorso la sua infanzia a Londra dove ha seguito gli studi fino alla laurea presso la London School of Economics. Dopo il Master all’Insead di Fontainebleau ha iniziato la sua carriera in McKinsey per passare poi a Mtv Europa
e Mtv Italy per la quale ha ricoperto la carica di direttore generale. Rientrata in Italia, ha fondato una società di coaching per dirigenti e alcuni anni dopo è tornata al mondo dei network ricoprendo il ruolo di managing director Sud Europa per Discovery.
Carlo Fuortes
Anche il nome di Carlo Fuortes, appena nominato amministratore delegato della Rai, coniuga economia e cultura. Laureatosi in Scienze Statistiche ed Economiche presso l’ateneo “La Sapienza”, ha insegnato “Sistemi organizzativi dello spettacolo dal vivo” presso l’Università Roma Tre e svolto numerose consulenze sull’economia della cultura per conto di teatri e altri enti e istituzioni culturali. Ha gestito l’Auditorium Parco della Musica dal 2003 al 2015 e dal 2012 al 2013 ha ricoperto il ruolo di Commissario Straordinario della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. Attualmente è Sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, carica che ha conservato anche dopo il suo ingresso nel CdA Rai e che conserverà con il nuovo incarico.
Rai e Politica
Il nome della manager Marinella Soldi è stato proposto dallo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi mentre quello di Fuortes è stato frutto di un’intesa con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco. Sono nomi che, oltre a essere di grande spessore, spezzano le logiche di partito seguite finora. Finisce così l’era di Foa, del controllo pentastellato e leghista sulla tv di Stato. Questo significa che è finita l’era del controllo politico sulla Rai? A giudicare dalle polemiche scatenate da Fratelli d’Italia che con il nuovo CdA ha perso il suo unico uomo è difficile
pensare che i partiti rinunceranno ad assicurarsi dei loro uomini all’interno del servizio di informazione pubblica. L’ultima domanda è: dov’è finita la riforma della Rai contenuta nel contratto stipulato dal Movimento 5 Stelle? Quella che doveva spezzare il legame tra Rai e politica; che doveva evitare conflitti come quello creato dalla doppia nomina di Foa (presidente di Rai e di Rai Com, sua controllata); quella che doveva abolire la commissione di Vigilanza Rai e modificare le modalità di elezione in Agcom.
In copertina foto di Lago 1970