I paesaggi marini
Ivan Ajvazovskij è stato un pittore davvero prolifico e molta della sua produzione fa riferimento proprio a paesaggi marini, molti dei quali ritraggono città italiane tra cui Roma e Napoli. Ajvazovskij studiò all’Accademia di San Pietroburgo ed ebbe come maestro il pittore Vorobiov, insegnante di molti dei più importanti paesaggisti russi tra il 1830 e il 1860. Ajvazovskij era un romantico e la sua pittura era perfettamente in linea con i canoni estetici del tempo che percepiamo nella pennellata vigorosa e drammatica dei suoi dipinti, specialmente di quelli che raffigurano il mare in burrasca e scene di naufragi. La potente forza della natura che trasforma di continuo il flusso del mare, catturò a tal punto Ajvazovskij che divenne la sua passione, per non dire quasi la sua ossessione. “Arcobaleno”, l’immagine di copertina, è proprio uno di questi. Il pittore lo realizzò nel 1873, all’apice della sua carriera e nel pieno della maturità creativa.
L’arcobaleno era un espediente estetico molto in voga tra i romantici e anche il pittore russo ne subì il fascino. In questo quadro, il pittore russo lo abbozzò appena nella sua tela, lasciandocelo intravedere tra la schiuma prodotta dalle onde e l’enorme cavallone che sta per abbattersi sugli sventurati. Ajvazovskij però non scelse l’arcobaleno per rimarcare la forza distruttrice e meravigliosa della natura, bensì lo utilizzò come pretesto per dimostrare la propria abilità pittorica e per sottolinearne il profondo valore simbolico. L’arcobaleno infatti in questo contesto rappresenta per Ajvazovskij uno spiraglio di salvezza per i poveri sfortunati che sono in balia del mare in tempesta. Una sublime soluzione cromatica fa di “Arcobaleno” uno dei più bei quadri di Ajvazovskij.
Ajvazovskij, fonte di ispirazione per Vincenzo Aliberti
Tempesta notturna di Ajvazovskij 1849
Nel corso delle nostre ricerche, la redazione di cinquecolonne si è imbattuta nel sig. Vincenzo Aliberti, pittore per passione che, come noi, è rimasto profondamente affascinato dai quadri Ajvazovskij, che ha deciso di reinterpretarli con gusto e forza espressiva. Le soluzioni cromatiche di Vincenzo sono affascinanti. Le sue pennellate chiare e decise danno vigore a quel mare in tempesta che è stato musa ispiratrice per lui come per Ajvazovskij.
Nel suo dipinto, Aliberti ha adoperato acquarello e olio per dare più vivacità ad alcuni tratti, tra cui la luna e una serie di riflessi. Vincenzo è un amante del contrasto tra colori vivie, ci racconta, la scelta del soggetto è stata elaborata in una notte un po’ tumultuosa…
dipinto di Vincenzo Aliberti
Fonti:
ARTE RUSSIA, A.V.Sarabianov
https://muzei-mira.com/kartini_russkih_hudojnikov/275-raduga-ivan-konstantinovich-ayvazovskiy.html