Il mansplaining è una parola composta da man (uomo) ed explain (spiegare): uomo che da spiegazioni.
E’ una terminologia inglese che sta ad indicare un comportamento assunto da un uomo nei confronti di una donna, quando si ostina a dare spiegazioni non richieste, su tematiche di cui è meno competente.
La scrittrice statunitense Rebecca Solnit ha scritto una collezione di saggi intitolata “Gli uomini mi spiegano le cose“, in cui trattava per la prima volta tematiche inerenti al mansplaining.
Racconta di un episodio in cui ad una cena, si è trovata a parlare con un uomo di libri su Eadwerd Muybridge il celebre fotografo britannico. Quest’uomo iniziò a citare un libro più recente sul tema e consigliarglielo, senza immaginare che l’autrice di questo testo fosse lei. In sostanza l’uomo si sentiva in diritto di dispensare consigli ad una donna, pur essendo meno preparato sul tema. Una sorta di “inconsapevole”, forse neanche troppo, “arroganza intellettuale”.
Da questo episodio si è poi iniziato a parlare nel 2010 di mansplaining.
Sia chiaro non si parla sempre di mansplaining ogni volta che un uomo da spiegazioni ad una donna.
Se un uomo dispensa consigli in una conversazione, in maniera naturale e condivisa, non si può parlare di mansplaining . Idem se ci troviamo di fronte ad una persona autorevole, ad un professore insomma a qualcuno qualificato a parlare sul tema e che fa semplicemente il suo lavoro; oppure che elargisce correttamente il suo sapere su un tema in cui è preparto.
Il mansplaining nasce quando l’uomo acquisisce un tono paternalistico, verso la donna nel dare spiegazioni che non sono richieste.
Perchè non va fatto il mansplaining
Questo atteggiamento pone la donna in una sorta di inferiorità. Sbilancia totalmente la relazione, ponendo l’uomo un gradino al di sopra senza alcun motivo. Toglie valore alle parole e alle considerazioni esposte dalla donna. Mira a ledere la sua intelligenza ed autorevolezza. Umilia, infastidisce e impone alla donna un atteggiamento patriarcale.
Come ci si accorge di aver fatto mansplaining
Può accadere che l’uomo adotti questo atteggiamento in maniera inconsapevole. Non lo faccia volontariamente, ma metta in atto un comportamento innato. Nella società patriarcale il buon padre di famiglia nel tempo, ha dispensato i giusti consigli, mentre la madre si è sempre occupata solo della parte affettiva e di quella pratica. Quindi un retaggio culturale, che poi diventa modalità comune e inconsapevole.
Perchè si parla di mansplaining e non di womansplaining
Accade anche alle donne di avere un atteggiamento del genere verso un uomo. Avere la pretesa che una donna ne sappia più di un uomo solo perchè tale. Ad esempio quando si parla di allevare un figlio o di cucina. Il termine mansplaining però si riferisce solo agli uomini, perchè è statisticamente provato che questo accade più spesso al genere maschile. Ci sono molte più occasioni in cui un uomo, in maniera quasi spontanea interrompe una donna mentre parla, la sovrasta o si impossessa della conversazione per dare il proprio punto di vista, che poi diventa “il punto di vista”, la chiave del sapere, per altro mai richiesta.
Come accorgersi di essere vittima di mansplaining
Spesso non ci si accorge di esserne vittima, in quanto il mansplaining è diventata una consuetudine . Può accadere infatti in qualunque ambito: familiare, sociale e professionale.
Alcuni dei segnali che ci fanno capire di essere vittima di mansplaining sono: essere interrotte continuamente, vedere sminuire il valore delle proprie parole, sentirsi al centro di un lunga e arrogante spiegazione non richiesta. Un vezzeggiativo indesiderato al proprio nome, una pacca sulla spalla data in senso paternalistico o un tono falsamente pacato. Il mansplaning al contrario non si manifesta con l’ aggressività fisica o verbale, ma anzi con una modalità paternalistica e falsamente accondiscendente.
Si può reagire al mansplaining
Innanzitutto è importante rendersi conto di esserne vittima in un determinato contesto, questo è il primo passo per difendersi. Non lasciarsi intimorire, non perdere fiducia delle proprie competenze. Chiarire all’interlocutore che si desidera finire di parlare. Precisare di non avere necessita di ulteriori spiegazioni, in quanto l argomento è già chiaro e bene conosciuto. Non irritarsi (può essere inteso come sintomo di debolezza) ma chiarire con fermezza la propria posizione.