La Cina esegue manovre militari nel mar Cinese meridionale entrando nelle acque territoriali del Vietnam. L’episodio ricorda una circostanza simile accaduta nel 2014. In questo ricco lembo di mare si incrociano antiche questioni irrisolte e nuovi interessi economici che coinvolgono oltre che il colosso asiatico anche Vietnam, Filippine, Brunei e Malesia. Soffiano nuovi venti di guerra?
Le manovre militari della Cina al largo del Vietnam
Lo scorso 5 marzo la Cina ha annunciato l’inizio di esercitazioni militari nel mar Cinese meridionale. Esercitazioni rese necessarie, a detta di Pechino, per motivi di sicurezza e fino al 15 marzo (data della fine delle operazioni) la navigazione nella zona interessata sarà vietata. Se la notizia di esercitazioni militari non presagisce mai nulla di buono, ancora meno rassicurante è sapere qual è la zona interessata da queste operazioni. Parliamo, infatti, dell’area marina compresa tra Sanya, capitale della provincia cinese dell’Hainan, e la città vietnamita di Hue. Le operazioni, in realtà, si estenderanno nella zona di pertinenza del Vietnam.
Il mar cinese meridionale
Una di fronte all’altra Sanya e Hue chiudono il Golfo del Tonchino per affacciarsi sul Mar Cinese meridionale che si estende fino alle isole Filippine. Questa porzione di mare, nella quale troneggiano le isole Paracelso, rappresenta una rotta commerciale molto importante di cui la Cina vorrebbe essere l’unica a privilegiare. In più i suoi fondali sono ricchi di gas e petrolio. Nel corso degli anni la Cina vi ha costruito isole artificiali e basi militari per poter sfruttare al massimo queste risorse energetiche. Appellandosi a una mappa della metà del Novecento che attribuiva alla Cina la sovranità quasi totale di quel mare, ha ritenuto di poter condurre ogni tipo di iniziativa senza confrontarsi con Vietnam, Filippine, Malesia e Brunei. Paesi che non hanno mancato di presentare le loro rimostranze.
Venti di guerra?
Non è la prima volta che tra Cina e Vietnam scoppiano ostilità. Nel 2014 la Cina diede il via a operazioni di trivellazioni nell’area vietnamita del mar Cinese meridionale e la tensione tra i due Stati salì enormemente. 35 anni prima, dal febbraio al marzo 1979, i due Paesi erano stati protagonisti di un conflitto armato passato alla storia come guerra sino-vietnamita o terza guerra d’Indocina. Il Vietnam aveva dato appoggio all’Unione Sovietica, all’epoca in contrasto con la Cina, e invaso la Cambogia rovesciando il regime dei Kmer Rossi, sostenuti da Pechino. La Cina invase il Vietnam ma nel giro di un mese dovette retrocedere e oltrepassare di nuovo il confine. La fine della guerra lasciò la situazione politica locale completamente intatta: nessun cambiamento territoriale per il Vietnam e nessun cambiamento politico in Cambogia.