Paola Cimaroli è la founder di “Mamsitter” la start up che ti aiuta a trovare la babysitter perfetta in ogni momento.
Dopo aver maturato una grande esperienza nel comprato HR Paola Cimaroli ha deciso di mettere la sua professionalità al servizio delle famiglie, che avessero necessita di un servizio di babysitteraggio di ottimo livello.
Grazie al progetto “Mamsitter” e “Tata last minute” tutto questo è possibile, garantendo professionalità e sostegno alle madri o padri che si trovano a poter conciliare con serenità impegni professionali e famiglia in breve tempo.
Paola come nasce il tuo progetto “Mamsitter”?
Il mio progetto nasce nel 2017, mentre aspettavo il secondo figlio. Ero lontana da tutti i nonni, in una città che non conoscevo e mi sono chiesta quante mamme potessero vivere la medesima condizione. Pensai alle grandi città, come Roma ad esempio, dove avevo vissuto per diversi anni.
In quel contesto, se non si ha una rete amicale o familiare, avere un supporto nella gestione dei figli diventa veramente difficile. Quindi ho deciso di aprire un blog ed una pagina Facebook, ed ho cominciato a presentare il progetto in giro per l’Italia.
Da questa community, che si è ampliata sempre di più, le mamme hanno cominciato a chiedermi se avessi babysitter fidate, alle quali affidare i loro bambini, e così ho fatto match con le mie precedenti competenze di HR.
Qual è la missione del tuo progetto, è possibile trovare la babysitter perfetta?
Aiutare le famiglie a trovare la tata perfetta, e diventare leader nella formazione di personale domestico. Proprio in questi giorni, infatti, abbiamo lanciato la nostra Mamsitter Academy a Roma e Milano. La prima scuola di formazione per babysitter e colf d’Italia.
Ci racconti di più di “Tata last minute”?
Tata last minute è uno dei nostri servizi di selezione. Nello specifico è un servizio per le emergenze, utile quando i bambini non stanno bene e non ci si può assentare dal lavoro, o quando bisogna sostituire la babysitter per una riunione importante o per una cena. Troviamo la babysitter entro tre ore dalla richiesta.
Sei anche partner di due provider di welfare aziendali, quali sono e come si concilia il welfare con la tua attività?
I servizi di ricerca baby sitting ed il servizio di ricerca assistenti ai familiari anziani o non autosufficienti, rientrano nelle categorie dei servizi considerati di welfare aziendale ai fini fiscali, e che quindi non contribuiscono a formare reddito da lavoro dipendente. Tantissime aziende mettono a disposizione dei crediti welfare spendibili in ricerca del personale domestico. Attualmente collaboriamo con Jointly e Tantosvago, due provider che forniscono servizi welfare ad una moltitudine di aziende, nazionali e multinazionali.
Sei stata anche fautrice di un corso di formazione professionale con l’Università di Camerino ci racconti di più?
Con UNICAM abbiamo deciso di organizzare un corso di formazione professionale per Assistenti Familiari. La certificazione europea che ne consegue, in base alla norma UNI di riferimento che regolamenta le linee guida per la formazione del personale domestico, permette di offrirsi al mondo del lavoro con delle competenze specifiche.
E’ il primo corso del genere attivato da un’Università pubblica. E’ stato il risultato di un anno di lavoro, ma devo dire una grande soddisfazione per me e per il mio team.
Qual è il tuo target di riferimento a quale tipologia di clienti ti rivolgi?
Il mio target di riferimento è quello delle mamme lavoratrici che non hanno una rete familiare che le sostenga. Di solito sono libere professioniste o operano nel middle e nel top management delle società, ed hanno ruoli per i quali assentarsi dal lavoro diventa molto complicato. Ecco perché hanno bisogno di figure su cui contare per la gestione dei bambini.
Quali sono le complessità della tua professione?
Come ogni professione, esistono delle criticità che bisogna imparare a gestire. La prima che mi viene in mente è l’organizzazione dei periodi in cui le richieste sono molteplici, ad esempio l’inizio dell’anno scolastico, e dove bisogna seguire tantissime ricerche.
Poi, ovviamente, trovare personale preparato e che non faccia la babysitter come diversivo ma come missione, diventa sempre più difficile.
Paola tu hai una grande responsabilità, quella di selezionare le persone che dovranno gestire i bambini. Cosa ti porta a selezionare il profilo di una babysitter piuttosto che un altro?
Credo che aver lavorato per grandi aziende, essere stata direttore del personale per diversi anni, abbia fatto si che io sviluppassi un certo istinto. Dopo 15 anni maturati nel comparto HR, spesso già dal primo approccio telefonico capisco molto di una persona.
La scelta di un profilo rispetto ad un altro, a parità di esperienza, avviene a livello meramente empatico. Per lavorare con i bambini, o entrare in casa di tante famiglie, bisogna avere una predisposizione alla dolcezza e alla calma.
Oltre a questo c’è la vicinanza rispetto al luogo di lavoro, che permette alla famiglia di avere un aiuto a stretto giro in caso di emergenze. Non ultimo, il feedback delle famiglie precedenti, che delinea e definisce il profilo della risorsa che si sta candidando.