Il Consiglio Europeo ha recepito in atti giuridici le disposizioni della risoluzione 2374 (2017) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che consente di imporre sanzioni a chi blocca attivamente i progressi nell’attuazione dell’accordo di pace e riconciliazione in Mali firmato nel 2015.
Le persone e le entità interessate saranno, se del caso, designate dal Consiglio di sicurezza o dal comitato delle sanzioni delle Nazioni Unite come responsabili o complici di azioni o politiche che minacciano la pace, la sicurezza o la stabilità del Mali.
Ciò potrà comprendere in particolare la partecipazione alle ostilità, in violazione dell’accordo di pace e riconciliazione in Mali, o ad attacchi contro le istituzioni e le forze di sicurezza e difesa del Mali, ma anche contro le forze internazionali. Sono inclusi i caschi blu della missione multidimensionale integrata di stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA), la Force Conjointe des Etats du G5 Sahel (FC-G5S), le missioni dell’Unione europea e le operazioni francesi.
Si intendono affrontare anche l’ostruzione dell’inoltro di aiuti umanitari al Mali, la partecipazione ad abusi o violazioni dei diritti umani o anche l’impiego o il reclutamento di bambini da parte di gruppi armati o forze armate nell’ambito del conflitto armato in Mali.
Le sanzioni contro le persone designate includeranno restrizioni all’ammissione delle persone interessate (divieto di viaggio) e il congelamento dei beni nell’UE appartenenti alle persone ed entità interessate, come pure il divieto per le persone ed entità dell’UE di mettere fondi a loro disposizione.