Società scientifiche italiane ed enti di ricerca, tra cui il Consiglio nazionale delle ricerche, scendono in campo compatti contro le malattie cardiovascolari e mettono a punto un documento intersocietario, che rappresenta una call to action per una lotta a tutto tondo contro queste patologie, principale causa di morte nel mondo occidentale. Il documento dal titolo ‘Consenso e Raccomandazioni pratiche di Prevenzione Cardiovascolare’ coordinato da Massimo Volpe, presidente della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec) è stato prodotto da una task force di esperti italiani che ha messo nero su bianco raccomandazioni di prevenzione ritagliate su misura per gli italiani, disegnando al contempo una roadmap che mira a coinvolgere nel dialogo sulla prevenzione anche la politica italiana ed europea.
L’obiettivo è quello di abbattere l’incidenza delle malattie cardiovascolari e di regalare al popolo del Belpaese non solo anni di vita in più, ma anni da godere in salute. Il ‘Documento di consenso’ è stato presentato nel corso del 16° congresso Siprec a Napoli.
“La prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolari nella popolazione generale è sempre drammaticamente elevata“, dichiara Roberto Volpe, ricercatore del Servizio di prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma, rappresentante SIPREC all’European Heart Network di Bruxelles. “L’ipercolesterolemia interessa il 68 per cento dei maschi adulti e il 67 per cento delle femmine adulte; la prevalenza del diabete è dell’11 per cento tra i maschi e dell’8 per cento tra le donne; quella della sindrome metabolica del 24 per cento tra i maschi e del 19 per cento tra le femmine.
Importante anche la prevalenza di sedentarietà (32 per cento tra i maschi e 42 per cento tra le femmine) e di obesità (25 per cento in entrambi i sessi), che rappresentano fattori di rischio non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per i tumori. Se consideriamo che circa il 70 per cento dei decessi è dovuto a malattie cardiovascolari e tumori, si comprende bene l’importanza del credere nella prevenzione, sia individuale che a livello di popolazione“.