La crisi climatica è un problema giorno dopo giorno più preoccupante. I cambiamenti climatici, secondo uno studio della NASA, andrà a danneggiare anche le colture come quelle del mais e della soia.
Cambiamenti climatici, lo studio della NASA su mais e soia
Pubblicato sulla rivista Nature Food, lo studio della NASA ha valutato i potenziali impatti del riscaldamento globale su alcune delle colture più diffuse al mondo.
Il team, guidato da Jonas Jägermeyr, ha “creato” diversi modelli e scenari per prevedere la resa di coltivazioni come mais, soia e grano. Gli scienziati hanno utilizzato modelli climatici e agricoli avanzati per cercare cambiamenti nei raccolti in base a diversi fattori, tra cui aumenti previsti delle temperature, alterazioni nelle precipitazioni e aumenti delle concentrazioni di anidride carbonica. In totale sono state realizzate 240 simulazioni per ogni coltura.
Il risultato è stato quello di confermare come i cambiamenti climatici andranno a danneggiare l’agricoltura a livello mondiale soprattutto quelle di mais e soia che potrebbero subire un impatto negativo a partire già dal 2030 ovvero tra meno di 10 anni.
La diminuzione delle colture
Stando ai risultati del gruppo di ricerca, le alte emissioni di gas a effetto serra e i sempre più forti danni al clima potrebbero portare a un calo di addirittura il 24 per cento nella raccolta del mais, considerata da sempre come la piantagione più importante in termini di produzione totale e sicurezza alimentare. Anche soia e riso subirebbero conseguenze rilevanti, che oscillano con un calo tra il 2 e il 21 per cento fino alla possibilità di un lieve aumento di resa per il riso.
Le parole di Jägermeyr
“L’emergenza climatica si ripercuote anche sull’agricoltura – osservano gli studiosi – la produttività delle colture globali potrebbe risultare alterata nei prossimi 20 anni, diversi decenni prima delle stime basate sulle proiezioni dei modelli precedenti”. Anche in scenari ottimistici di cambiamento climatico, caratterizzati da sforzi di mitigazione efficace, l’agricoltura subirebbe un’alterazione drastica. “L’interconnessione del sistema alimentare globale – sottolinea Jägermeyr – provocherà un cambiamento nella disponibilità di cereali a livello mondiale”.