Quando una stella muore, provoca un’esplosione chiamatasupernova il cui bagliore accecante supera di circa un miliardo di volte la luce del Sole.
Tra questi luminosissimi fenomeni, ve ne sono alcuni scoperti recentemente che addirittura sono da 10 a 100 volte più luminosi delle “normali” supernove: si tratta delle cosiddette “supernove super-luminose” (SLSNe), una nuova classe di esplosione stellare su cui però si sa ancora molto poco.
In particolare, gli astronomi non hanno capito quale sia la fonte energetica di questa “super-luminosità”, così come non hanno idea degli esatti meccanismi che portano a uno scoppio così potente.
Ma un gruppo di ricercatori provenienti da Argentina e Giappone ha elaborato un’interessante ipotesi che potrebbe risolvere il mistero.
Secondo lo studio, pubblicato su Astrophysical Journal Letters, la responsabile di tutta questa luce sarebbe una particolare stella di neutroni chiamata magnetar.
Le magnetar (contrazione di magnetic star, “stella magnetica”) sono caratterizzate da un enorme campo magnetico, miliardi di volte quello terrestre, il cui decadimento genera intense emissioni elettromagnetiche, in particolare raggi X e raggi gamma
Il tram guidato da Melina Bersten dell’Instituto de Astrofisica de La Plata, Buenos Aires, ha elaborato un modello secondo cui l’energia sprigionata dalle magnetar potrebbe spiegare la straordinaria luminosità delle SLSNe.
In particolare, Bersten e colleghi hanno analizzato due supernove recentemente scoperte, SN 2011kl e ASASSN-15lh. Entrambe queste esplosioni sono state catalogate come casi estremi di SLSNe.
SN 2011kl, osservata nel 2011, è stata la prima supernova a emettere lampi gamma della durata di diverse ore (contro i pochi minuti della media di questa tipologia di raggi).
ASASSN-15lh è stata invece scoperta nel 2015 ed è probabilmente l’esplosione più luminosa e potente mai osservata, oltre 500 volte più luminosa delle supernove standard. La sua luce ha letteralmente squarciato il cielo per oltre un mese, superando di 20 volte la luminosità dell’intera Via Lattea.
Il gruppo di ricerca di Bersten ha realizzato calcoli numerici idrodinamici per studiare questa doppia esplosione stellare, trovando che entrambe le supernove potevano essere spiegate nella cornice della teoria delle magnetar.
In particolare, per quanto riguarda ASASSN-15lh, gli scienziati sono stati in grado di individuare una sorgente magnetar diretta, ovvero con una forza magnetica e un periodo di rotazione compatibili con i dati teorici.
Soprattutto la rotazione è una caratteristica fondamentale: come stelle di neutroni, le magnetar ruotano infatti vorticosamente su loro stesse, e sarebbe proprio l’energia rotazionale la “benzina” che renderebbe queste super supernove così luminose.