A Napoli, Cgil, Cisl e Uil hanno indetto un sit-in permanente e uno sciopero della fame sotto Palazzo San Giacomo per “protestare contro la politica che l’amministrazione intende portare avanti in merito alle maestre precarie”. Abbiamo intervistato l’assessore comunale all’Istruzione, Annamaria Palmieri, e le abbiamo posto alcune domande sulla situazione attuale delle maestre precarie.
Assessore, cosa bolle in pentola per le maestre del Comune di Napoli?
Questa amministrazione si è data come priorità la difesa della scuola pubblica ed è per questo che oggi – in controtendenza con la situazione attuale in cui la disoccupazione supera il 40 per cento – il Comune di Napoli, nei limiti che gli vengono consentiti dalla legge, vuole assumere e decide di assumere maestre.
E cosa ne sarà delle numerose precarie?
Stiamo predisponendo una delibera con cui – definite numericamente le necessità di personale all’interno del sistema educativo comunale – avvieremo le procedure per l’assunzione a tempo indeterminato di maestre di scuola dell’infanzia ed educatrici di asili nido. La procedura consentirà anche di tutelare le lavoratrici precarie che negli ultimi cinque anni abbiamo, per almeno tre anni, prestato servizio come supplenti a tempo determinato alle dipendenze del Comune.
In che modo saranno tutelate tali lavoratrici?
La legge 125 del 2013 prevede la possibilità di una riserva di posti nella dotazione organica, da coprire con coloro che nell’ultimo quinquennio hanno prestato servizio alle dipendenze dell’Ente per tre anni; la nostra Amministrazione vuole utilizzare il massimo di questa riserva, cioè il 50%, per assumere e dare finalmente stabilità a tutte coloro che in questi anni hanno supplito alle carenze di organico; il restante 50% di personale sarà reclutato con un concorso pubblico per titoli ed esami aperto a tutti.
Perché allora le maestre sono in agitazione?
E’ ovvio che la tutela che la legge consente prevede dei titoli di accesso, che – purtroppo – non tutte le precarie posseggono. È anche vero però che i limiti assunzionali non li decidiamo noi, che abbiamo deciso di impegnare in questo doppio concorso tutti i posti vacanti. Parliamo di ben 370 educatrici e maestre, per potenziare al massimo la ricettività delle nostre strutture che hanno sofferto in questi anni per mancanza di supplenti e tagli alla spesa del personale.
Ma le maestre chiedono a gran voce anche di “lavorare meno, lavorare tutti! ”Che significa?
L’ipotesi nasce da una proposta sindacale di assumere a tempo indeterminato ma part-time maestre in più, rispettando il totale della spesa. Il problema nasce però dal fatto che la scuola ha una specificità: se il motto poteva andar bene per una fabbrica che produce merci, non possiamo immaginare la stessa cosa nelle scuole, abitate da bambini. E in ogni caso non possiamo superare al momento la dotazione organica massima prevista, che ci consente 370 assunzioni.
In quanto tempo pensate di completare l’iter?
Spero di riuscire, insieme all’Assessore al Personale, a portare la delibera in Giunta quanto prima, proprio per tutelare le maestre e le educatrici precarie che, a settembre, se la procedura concorsuale non è stata avviata, vedono a rischio anche l’incarico a tempo indeterminato. Lo recita la stessa legge. È un rischio che non possiamo e non vogliamo correre, come ho detto più volte agli stessi Sindacati con cui ci stiamo serratamente consultando. Noi non siamo una controparte, se lo scopo comune è difendere la scuola pubblica.
Pensa che raggiungerete un accordo con i Sindacati?
Se lavoriamo tutti con coscienza e intelligenza, tutelando i bambini e contemporaneamente il lavoro, sicuramente l’impegno che abbiamo messo in campo, in controtendenza con tanti altri Comuni che hanno ceduto le scuole a privati o ad aziende speciali (lasciando tante precarie senza lavoro), andrà a buon fine. Sono convinta che ciascuno farà la sua parte con responsabilità; di certo questa amministrazione lavora in modo trasparente per il bene della città. La materia non ci obbliga a concertare tutto, ma è ovvio che vogliamo che questa cosa bella e importante che stiamo facendo non sia amareggiata da polemiche , anche perché è un’azione che valorizza la scuola e, dunque, si rivolge all’interesse di tutti i napoletani, senza alcun personalismo.