In uno dei sobborghi scenografici della Londra più pittoresca, dove innovazione e tradizione fondono arte e letteratura in uno scenario singolare, nasce “MADEINBRITALY“, Galleria di eccellenze italiane e britanniche. Nell’affascinante zona di Warwick Avenue, in 20 Bristol Gardens, a due passi dalla verde e residenziale “Little Venice” dei canali e delle barche, la Galleria si divide in una parte (limitata ed esclusiva) dedicata a oggetti d’artigianato d’arte realizzati da designer e artisti-artigiani e in uno spazio espositivo di oggetti d’uso e di arredamento (anche personalizzati) prodotti dall’eccellenza delle manifatture italiane e britanniche.
MADEINBRITALY ha stretto una partnership con l’Architetto Raffaella Fossati, titolare della Fatto ad Arte di Milano, da vent’anni impegnata nella valorizzazione e promozione delle arti applicate attraverso i genius loci. “L’apertura della nuova galleria di Marco Venturi a Londra segna per noi l’inizio di un importante scambio commerciale che valorizza le arti applicate della migliore tradizione italiana e inglese. Un’occasione per ampliare gli orizzonti e far conoscere il nostro lavoro in una nazione fortemente ricettiva e attenta al bello e all’innovazione delle arti applicate. Fatto ad Arte sta per annunciare alla stampa un eccezionale Fuorisalone 2016 con la mostra. Dal 7 aprile al 7 maggio infatti la galleria Fatto ad Arte presenterà una mostra aperta al pubblico dal titolo “Alabastro di Volterra. La materia tra forma e sostanza” nella quale verranno presentata per la prima volta venti oggetti storici e disegni realizzati da due grandi maestri del design internazionale quali Angelo Mangiarotti e Ugo La Pietra.
“MADEINBRITALY, al di là di mettere in mostra il suo esclusivo patrimonio artistico di firme affermate, si propone in una serie di ambiti come osservatorio e piattaforma sperimentale per talenti di nuove generazioni: dalla “lavorazione” della ceramica al vetro, dall’argento ai metalli, ai tessuti, al legno… – dice Marco Venturi, Direttore della Galleria. “Estetica e produzione vanno a braccetto nell’ideale trait d’union italo-britannico che appartiene al dna del progetto e alla sua linea curatoriale: una scelta chiara per evidenziare, ricordare e ritrovare l’incontro artistico di due Paesi nel corso della storia. Da sottolineare per la Gran Bretagna le prima Esposizione Universale di Londra del 1851 con l’Arts&Crafts Movement di William Morris e per l’Italia la disputa sul primato delle Arti durante il Rinascimento quando ci fu una sorta di liberalizzazione nel “lavoro” di pittori, scultori, architetti, mettendo così in assoluto risalto il valore intellettuale delle opere”.