La Francia ha scelto i verdi. I risultati delle ultime elezioni amministrative parlano chiaro: Parigi, Lione, Bordeaux e Strasburgo, le tre principali città francesi, avranno sindaci ambientalisti. Dopo la brutta storia dei gilet gialli, il movimento che lo scorso anno ha bloccato la Francia per settimane e che poi si è dissolto naturalmente, arriva una nuova sconfitta per Macron sotto i colpi della sinistra verde francese. Una sconfitta pesante visto che il presidente francese si è già dichiarato disponibile a uno stanziamento di 15 miliardi per realizzare le istanze dei verdi. Quello del 28 giugno non è un risultato isolato: in Europa diversi sono i Paesi nei quali i partiti ambientalisti sono in Parlamento.
La sinistra verde francese che ha sconfitto Macron
Il partito Europe Ecologie-Les Verts che ha vinto in quest’ultima tornata elettorale era già stata protagonista di un exploit in occasione delle elezioni europee lo scorso anno divenendo il terzo partito eletto. Inoltre una buona parte di Paesi europei conta in parlamento la presenza di partiti ambientalisti. Vediamo quali:
- Germania: dopo le ultime elezioni federali Alleanza 90 è quasi al 9%
- Austria: il partito dei Verdi, con il suo 13,9% fa parte della coalizione di governo
- Finlandia: il partito della Lega Verde siede sugli scranni dell’opposizione con un 8,5%
- Svizzera: il partito Verde Liberale della Svizzera ha registrato nel 2019 il 7,8%
- Irlanda: i Verdi Irlandesi hanno ottenuto un buon risultato, 9%, alle scorse elezioni europee
Per non parlare del Partito Verde Europeo che, dopo le ultime elezioni europee, ha conquistato ben 67 seggi su 705.
Il partito ambientalista in Italia
In Italia il partito ambientalista, Federazione dei Verdi, o semplicemente Verdi, ha conosciuto una stagione florida, per un periodo di tempo breve, nei primi anni Duemila sotto la guida di Alfonso Pecoraro Scanio. Alle elezioni del 2006 arrivano a 2,1%. Nel 2007, con il secondo governo Prodi, Pecoraro Scanio diventa ministro dell’Ambiente riuscendo a far inserire in Finanziaria alcune misure che anticiparono molto i tempi che viviamo. Il 2008, però, vede già la scomparsa dei Verdi dagli scranni del Parlamento. Il partito aderisce allo schieramento La Sinistra Arcobaleno insieme ai partiti Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Sinistra Democratica che non ottiene alcun seggio. Da allora, e soprattutto con la salita al governo delle destre, l’ambientalismo in Italia è stata una presenza timida all’interno di nuove coalizioni di sinistra che non sono riuscite a imporsi.
Ecologismo e sinistra
La lezione francese e più in generale quella europea ci dicono che l’ambiente può essere nuovamente un cavallo vincente nella lotta politica. Per vincere ancora deve allargare il respiro mostrandosi attenta alle esigenze di questi tempi, ispirandosi agli appelli arrivati da Greta Thunberg, agli obiettivi dell’Agenda 2030. I partiti ecologisti che stanno riscuotendo successo elettorale hanno unito l’ambientalismo alla giustizia sociale (Welfare, assistenza alle donne e ai soggetti più deboli) e alla non violenza. Temi, se vogliamo, tradizionalmente cari alla sinistra e abbiamo visto come la coalizione tra partiti ecologisti e quelli di sinistra abbia sempre portato buoni frutti. Con la differenza che in passato la sinistra ha sostenuto i partiti ecologisti mentre adesso la situazione sembra ribaltata. Allora la domanda è: riuscirà la sinistra, dopo aver perso su tematiche come il lavoro o la sanità, a cogliere questa nuova opportunità dell’ecologismo per riaffermarsi nuovamente?