Dal 5 aprile 2021 ha aperto al maat – Museo di Arte, Architettura e Tecnologia di Lisbona ‘EARTH BITS – Sensing the Planetary’, l’installazione dedicata all’attuale emergenza climatica, progettata e realizzata dallo studio italiano Dotdotdot, grazie al supporto scientifico di ESA (European Space Agency), IEA (International Energy Agency) ed EDP Innovation (Energias de Portugal), EDP Sustainability. Il progetto espositivo rimarrà visitabile fino al 6 settembre 2021. *(le date potranno essere soggette a cambiamenti in base alle misure covid-19 stabilite dal governo portoghese).
Scienza, cultura e design si incontrano in un percorso immersivo che coinvolge il pubblico in un viaggio guidato da preziosi dati, trasformati in installazioni interattive, dataviz, wallpaper digitali, video animati pensati per generare consapevolezza e pensiero critico rispetto all’impatto ambientale dei propri comportamenti, anche quotidiani, sull’intero pianeta. Un’esperienza multisensoriale dove i contenuti multimediali e transmediali diventano materia emozionale e didascalica, permettendo sia una fruizione approfondita sia una comprensione immediata delle complesse tematiche affrontate.
La mostra ‘EARTH BITS – Sensing the Planetary’ è parte di maat Explorations, il nuovo palinsesto di esposizioni, attività didattiche e public program ideato dal museo portoghese per approfondire, attraverso punti di vista diversi, i temi più attuali legati alla trasformazione ambientale che stanno profondamente condizionando il futuro del nostro pianeta.
Guidato dalla nuova direttrice Beatrice Leanza, il maat si è affidato alle competenze multidisciplinari, di ricerca e innovazione, dello studio Dotdotdot – nato a Milano nel 2004, tra i primi in Italia a operare nell’ambito dell’Interaction Design – per indagare in modo innovativo i diversi fenomeni antropogenici che stanno alla base della crisi climatica, a partire dalla decodificazione e semplificazione di complessi dati scientifici.
“La progettazione di esperienze narrative basate su evidenze scientifiche come ‘Earth Bits’, coniugano la visione del museo e la volontà di stimolare un pensiero critico andando oltre la semplice messa in scena di un messaggio, grazie alla costruzione di una storia da esplorare attraverso linguaggi innovativi che aiutano a decodificare la complessità, strutturare il pensiero e creare conoscenza che si apre al confronto tra scienza, cultura e società”, afferma Alessandro Masserdotti, co-founder e CTO Dotdotdot.
Il racconto si snoda in quattro installazioni multimediali – “POWER RINGS”, “24HOURS: THE ECOLOGY AND ENERGY OF OUR FLUX”, “THE CO2 MIXER”, “PLANET CALLS – Imagining Climate Change” – che restituiscono al visitatore una serie di evidenze scientifiche sulla crisi ambientale e sulla centralità del consumo energetico provocato dall’uomo attraverso uno scenario di responsabilità, singole e collettive, per arrivare ad una visione globale e cosmologica.
Partendo da un’analisi della situazione ambientale attuale e dal riconoscimento che l’energia sia diventata ormai un elemento indispensabile per alimentare il nostro stile di vita, le diverse installazioni mostrano, grazie alla rielaborazione di dati oggettivi, quanto il fabbisogno energetico provocato dalle nostre azioni quotidiane sia strettamente collegato al rapido esaurimento di risorse fondamentali per l’ecosistema della Terra.
Ad aprire il viaggio del visitatore attraverso i temi trattati è “POWER RINGS”, un dataviz in loop che mostra il consumo di elettricità in Portogallo nel biennio 2019-2020 raccontando l’impatto delle restrizioni e delle misure adottate durante il primo lockdown e come il covid-19 abbia influito sul fabbisogno energetico del Paese. Il video è stato realizzato grazie ad una serie di dati messi a disposizione da EDP Innovation, la divisione ricerca e sviluppo di EDP (Energia do Portugal), l’agenzia dell’energia nazionale.
Proseguendo “24HOURS: THE ECOLOGY AND ENERGY OF OUR FLUX” conduce il visitatore all’interno degli spazi attraverso un grande murale illustrato lungo 12 metri che racconta meticolosamente, con una serie di illustrazioni dettagliate, i meccanismi di consumo energetico che stanno alla base di 80 semplici azioni che si compiono abitualmente nel corso della giornata. L’obiettivo è quello di mostrare quanto l’energia sia indispensabile per semplici gesti e abitudini quotidiane che, molto spesso, si danno per scontate, come ad esempio preparare il caffè, mangiare uno spuntino, ricevere dei pacchi a domicilio o semplicemente controllare i social network.
La terza installazione offre la possibilità di interagire con “THE CO2 MIXER”, una speciale consolle con un’interfaccia grafica animata che permette di identificare l’impatto energetico del singolo individuo sul Pianeta in base al proprio stile di vita con l’intento di acquisire maggiore consapevolezza su tutte quelle ‘normali’ attività quotidiane, responsabili delle emissioni di Co2.
I mixer della consolle sono associati da un lato ad alcune macrocategorie di comportamento – dalle abitudini alimentari alla mobilità ai consumi domestici -, mentre dall’altro i controller sono abbinati sia all’impatto ambientale generato da specifici settori industriali, sia ai diversi scenari proposti dalle singole politiche ambientali. Grazie a uno speciale software per la sintesi audio, collegato a un algoritmo in grado di trasformare i parametri immessi in suoni, la combinazione di tutti questi elementi dà vita a un’inedita ‘emotional sound palette’ che con l’interazione del visitatore genera un suono, ogni volta unico, più o meno armonico a seconda dei comportamenti selezionati nella consolle. L’intento è quello di stimolare il pubblico a riflettere sulla crisi climatica quale responsabilità collettiva, trasmettendo un senso di urgenza e la necessità di mantenere l’aumento della temperatura media globale sotto 1,5 gradi per evitare che la Terra raggiunga un punto di non ritorno.
Il percorso espositivo chiude con “PLANET CALLS”, un grande wallpaper digitale ‘dipinto’ da dati e immagini, realizzato grazie alla speciale collaborazione con la European Space Agency (ESA) che ha reso possibile l’utilizzo di preziosi dati e straordinarie immagini satellitari rilevate grazie al programma Copernicus, i cui satelliti ogni giorno scansionano il nostro pianeta in tempo reale per monitorare i diversi fenomeni ambientali. Il risultato è un’installazione inedita che si propone di tradurre visivamente l’insieme di queste preziose informazioni scientifiche in una più ampia visione cosmologica, mostrando al pubblico la correlazione storica tra l’aumento delle emissioni di CO2 generate dalle azioni umane, il conseguente riscaldamento globale e le ripercussioni in atto con il crescente manifestarsi di fenomeni ambientali quali inondazioni, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, siccità e incendi.
In un momento storico determinato da una grande attenzione e sensibilità a livello globale sui temi del cambiamento climatico e dell’utilizzo critico delle risorse, “EARTH BITS – Sensing the Planetary” offre un approccio inedito al tema grazie alle peculiarità narrative dell’interaction design stimolando nel pubblico nuovi spunti di riflessione per acquisire maggiore consapevolezza delle proprie attività e favorire uno stile di vita più sostenibile.
Nel 2022 “EARTH BITS – Sensing the Planetary” sarà integrato da una nuova sezione con contenuti aggiuntivi e aggiornati grazie alla collaborazione con Novo Verde e ERP (European Recycling Platform) Portugal.