L’ultimo post di Beppe Grillo su Giuseppe Conte ufficializza la frattura tra i due e apre la discussione sul futuro dell’intero M5S. Mentre si invoca il voto sulla piattaforma Rousseau c’è chi vede all’orizzonte la prospettiva di una scissione.
Le dimissioni di Di Maio
Facciamo un passo indietro. Lo scorso gennaio, Luigi Di Maio si dimette da capo politico del Movimento 5 Stelle. Una decisione che aleggiava già da settimane e alla quale ha fatto seguito la nomina di Vito Crimi come suo successore. In realtà questa carica spettava a Crimi in quanto membro più anziano del Comitato di Garanzia, l’organo di controllo del Movimento, così come stabilito dal nuovo Statuto. In questo interregno si è aperta la “caccia” al vero successore. A febbraio, come risultato della crisi di governo aperta da Italia Viva, si insedia il governo Draghi. Per Conte si chiude una pagina politica importante e da più parti lo interrogano su quello che sarà il suo futuro politico. Arriva, poi, la dichiarazione ufficiale: Grillo propone Conte come nuovo leader politico del Movimento.
La fine del governo Conte
La scelta sembra naturale: i tempi in cui il consenso del Movimento ne aveva fatto il primo partito d’Italia sono lontani e la gestione della prima fase della pandemia ha fatto guadagnare prestigio e popolarità all’avvocato del popolo. Il nome di Conte sembra l’unico a poter assicurare un futuro al Movimento altrimenti destinato al declino e a lui Grillo affida la stesura del nuovo Statuto. E qui iniziano le difficoltà. Il nuovo Statuto, del quale non sono mai stati resi noti i dettagli, non raccoglie il consenso del co-fondatore e all’ala più radicale del Movimento. Secondo alcune indiscrezioni, il progetto di rifondazione per il M5S elaborato da Conte avrebbe avvicinato il Movimento a un partito più tradizionale: avrebbe cercato di superare, per esempio, la soglie dei due mandati per i parlamentari, l’ingresso di nuove figure quali il segretario e il presidente di partito e avrebbe limitato i poteri del garante, ruolo attualmente ricoperto da Grillo.
Conte, Grillo e il futuro del M5S
Grillo non ha mai nascosto le sue perplessità sul nuovo Statuto (che non è stato mai presentato) e via via i toni del dibattito si sono andati sempre più alzando. Si è passati da pacate considerazioni sulla scarsa conoscenza del Movimento da parte di Conte a quelle sulle sue doti politiche e manageriali. Conte dal canto suo ha “accusato” il fondatore del Movimento di protagonismo e di non saper accettare di fare un passo indietro per il bene del Movimento. Così la frattura tra i due è diventata irreparabile. Il punto è che Conte ha acquisito molto credito anche all’interno del Movimento e sono in tanti a credere che ci sia bisogno di una svolta importante. Arrivati a questo punto le ipotesi sono due: cambiamento o scissione. La prima porterebbe alla fine del “sogno” del Movimento, alla sua organizzazione orizzontale nella quale la volontà degli iscritti è sacrosanta. La seconda vedrebbe ancora il Movimento riunito intorno alla figura di Grillo e la nascita di un nuovo partito guidato da Conte e che registrerebbe nelle sue fila la maggioranza degli attuali pentastellati. Intanto Grillo è già pronto a invocare la piattaforma Rousseau.
In copertina foto di Livioandronico2013