In Italia la presenza dei lupi rappresenta un primato europeo. E’ questa una delle conclusioni del rapporto “The Situation of the Wolf in the European Union” a cura dei servizi della Commissione Europea. Secondo il report, in undici anni la popolazione dei lupi in Europa è quasi raddoppiata diminuendo in misura sensibile il rischio di estinzione di questo animale. La presenza del lupo nei boschi è di fondamentale importanza per la conservazione dell’ecosistema.
I lupi hanno ancora bisogno di essere protetti
Nell’Unione europea, nel 2023, erano presenti circa 20.300 esemplari di lupo in 24 Stati non insulari. In 23 di questi vivono in branchi e sono capaci di riprodursi. La loro presenza manca solo in Irlanda, Cipro e Malta.
Se si pensa che nel 2012 gli esemplari stimati si aggiravano intorno agli 11.1093, si nota che in undici anni la popolazione è quasi raddoppiata. Con questi numeri la Commissione ha potuto proporre al Consiglio di modificare lo status di protezione del lupo da “rigidamente protetto” a “protetto”.
Il canide più popolare dei boschi, infatti, non può essere considerato ancora fuori pericolo. Pur essendo il suo numero aumentato notevolmente, l’ultima valutazione disponibile, che risale al periodo 2013-2018, rilevava che rispetto alle sette regioni biogeografiche dell’Unione europea (Pannonica, Continentale, Alpina, Atlantica, Mediterranea, del Mar Nero e Boreale) una sola era considerata favorevole allo stato di conservazione dei lupi: la regione Alpina. Per regione Alpina si intende quella che comprende Alpi, Appennini, Pirenei, Alpi Scandinave e Carpazi. Le altre sei regioni erano considerate “sfavorevoli”.
Lupi in Italia e in Europa
Con i suoi 3.307 esemplari, l’Italia registra il record di presenze dei lupi in Europa. Pur non essendo un numero non precisissimo per l’incertezza delle rilevazioni, i lupi sono presenti sia sulle Alpi che sugli Appennini. Altro dato importante per il nostro Paese è che il lupo è stata sempre una presenza costante nei boschi. Secondo Paese in classifica per la presenza di lupi è la Romania dove la popolazione stimata si aggira tra i 2.500 e i 3.000 esemplari. Seguono, poi, la Spagna con oltre 2.100 esemplari, la Polonia con 1.886, la Germania, con 1.400 e la Grecia con 1.020 animali. Dati incerti riguardano la Bulgaria che stima una presenza di 2.712 esemplari mentre gli esperti riducono il numero a 800-1.200 animali (dati del 2018). Ottime notizie per l’Olanda e il Belgio, due Paesi fortemente antropizzati dove il lupo è tornato dopo un’assenza lunga decenni.
Il ruolo del lupo nell’ecosistema
Siamo portati a pensare ai lupi come a un pericolo per gli allevamenti. Secondo il rapporto dell’Ue, i lupi uccidono almeno 65.500 capi di bestiame ogni anno. Il 73% è costituito da pecore e capre, il 19% da bovini e il 6% da cavalli e asini. I Paesi più colpiti dal fenomeno sono Spagna, Francia e Italia. Un fenomeno che può sembrare devastante ma non lo è se si pensa che in Ue vivono circa 60 milioni di pecore e che, quindi, i lupi ne uccidono lo 0,065% ogni anno.
In più, il lupo svolge un ruolo molto importante nell’ecosistema boschivo europeo. Il primo beneficio che apportano è quello di tenere sotto controllo la densità degli ungulati selvatici. I lupi, infatti, consumano carne di cinghiale. Riducendo il numero di cinghiali, si riducono anche i danni che questi animali arrecano sia alla vegetazione selvatica che alle colture. Quando i lupi mangiano esemplari malati di peste suina, il virus non sopravvive al passaggio nel loro organismo. Ciò vuol dire che il lupo, mangiando animali o carogne infetti può limitare la trasmissione della peste suina africana, morbo che si trasmette sia ai cinghiali che all’intero bestiame. Il lupo, in realtà, è in grado di fermare diverse altre malattie che circolano tra gli animali da allevamento.
Si pensi che in Spagna meridionale, dove il lupo è estinto, i cinghiali hanno tassi di contagio della tubercolosi tra il 52% e il 98% mentre, nelle regioni, come la Galizia e le Asturie, dove i lupi sono presenti in misura significativa, il tasso di contagio della Tbc è del 2,6%.
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