Ludwig Feuerbach è stato uno dei più importanti e sottovalutati filosofi dell’ottocento. Sottovalutato in quanto un po’ sfigato perché il suo nome è un po’ sbiadito se confrontato con quello di suoi filosofi contemporanei. In effetti competere con nomi quali Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Søren Kierkegaard, Arthur Schopenhauer e Karl Marx sarebbe stata un’impresa impossibile per qualsiasi altro pensatore della storia.
Feuerbach negli ultimi anni mette al centro della propria ricerca filosofica: la Natura e l’Uomo (per questo motivo la sua filosofia è conosciuta anche come Umanismo naturalistico). Da qui quindi la sua proposta di considerare l’uomo come essere che vive, gioisce, soffre e che avverte una serie di “bisogni” dai quali si sente dipendente. Un essere, quindi, caratterizzato dalla sensibilità e da passioni. Una di queste è l’amore, che secondo Feuerbach, ha un’importanza centrale nella vita dell’uomo.
La caratterizzazione degli aspetti “materiali” dell’uomo porta il filosofo, in un primo momento, a recensisce positivamente un trattato sull’alimentazione di Jakob Moleschott (Il trattato dell’alimentazione per il popolo, 1850) scorgendo un’unità indissolubile tra mente e organismo: se mangiamo bene, pensiamo bene.
In Feuerbach assuma dignità etica e politica la teoria degli alimenti. Da ciò la tesi secondo cui «L’uomo è ciò che mangia» nella quale non si fa riferimento ad alcun becero materialismo volgare, bensì alla convinzione che l’equilibrio psico-fisico dell’individuo è fondamentale. Vi è, quindi, la necessità di migliorare le condizioni di sussistenza materiale dell’essere umano come presupposto essenziale per migliorarne le condizioni spirituali (in altre parole mens sana in corpore sano). Dalle parole dello stesso Feuerbach: «L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore» (da Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia, 1862).
La filosofia di Feuerbach assume quindi la valenza di filantropia (altri l’hanno chiamato comunismo filantropico).
L’importanza quindi di una sana alimentazione per migliorare la vita in generale ed anche le prestazioni intellettive è stata anche affermata dalla Filosofia circa 300 anni fa.
Sarà vero? Pare proprio di sì! Per cui scegliete bene gli alimenti di cui vi cibate.