È uscito in libreria M. L’uomo della Provvidenza di Antonio Scurati, il seguito di M. L’uomo del secolo, pubblicato dall’autore nel 2018 e vincitore del Premio Strega. Nelle pagine del suo romanzo a tappe, Scurati ricostruisce la vicenda di Benito Mussolini a partire dal 1919, anno di fondazione dei Fasci di combattimento, fino al 1945 e alla fine dell’esperienza politica del fascismo.
Nel primo volume, Scurati racconta l’ascesa del regime, dagli anni immediatamente successivi alla Prima Guerra mondiale all’omicidio di Matteotti; sono gli anni delle turbolenze del ‘biennio rosso’ e della violenza squadrista, che portano il Paese nelle mani del fascismo. In M. L’uomo della Provvidenza, l’autore riprende la narrazione dal punto in cui si era fermato; Benito Mussolini, dopo essersi assunto “la responsabilità politica, morale e storica” della morte del deputato socialista, è rappresentato in balia delle sofferenze causategli da un’ulcera duodenale, acuita dalle vicende politiche di cui è stato protagonista, che lo prostra nel corpo e nello spirito.
LE VICENDE DI M. L’UOMO DELLA PROVVIDENZA
Le vicende narrate da Scurati in M. L’uomo della Provvidenza coprono il periodo che va dal 1925 al 1932, anni fondamentali per il processo di fascistizzazione dello Stato e della società italiana. Il lettore assiste al trionfo del regime e al crollo definitivo del sistema liberale sotto i colpi dei provvedimenti legislativi del Governo fascista, capace di cavalcare in pieno l’inerzia e la sostanziale connivenza del re Vittorio Emanuele.
Scurati, narratore ‘documentario’
Come ne L’uomo del secolo, Scurati sostanzia la narrazione del suo ‘romanzo documentario’ attraverso le fonti storiche consultate, abbondantemente presenti alla fine di ogni capitolo e strumento utile ad entrare ancor di più nelle vicende italiane degli anni ’20; inoltre, inserisce un ‘indice dei nomi’ finale, che aiuta il lettore ad orientarsi nella mole di nomi e personaggi che attraversano la Storia.
Tra falliti attentati ai danni del ‘duce del fascismo’, epurazioni, persecuzioni e grottesche avanzate nel deserto libico, la narrazione procede spedita verso il decennio successivo, che sarà dominato dalla figura di ‘quel caporale tedesco che progettava colpi di Stato nelle birrerie di Monaco’ di ‘un Partito nazionalsocialista dichiaratamente ispirato al modello fascista’ (pag. 118). Tra i momenti più drammatici della narrazione, si segnala senz’altro il processo a Chieti per il delitto Matteotti, alla fine del quale i responsabili dell’omicidio sono salvati da un meccanismo di assoluzioni, attenuanti ed amnistia. Sarà la pietra tombale sulla Giustizia e sul ‘vecchio mondo’ liberale.
Le fonti storiche
Come nel primo volume, anche in M. L’uomo della Provvidenza Scurati racconta le vicende attraverso gli occhi e i documenti del tempo; emerge chiaro l’intento di ricostruire il clima politico e sociale dell’Italia fascista in ogni sua sfumatura. Non a caso, in una nota introduttiva, l’autore precisa di aver riportato i testi in maniera originale, anche se con errori ortografici, per dare la misura dei compilatori di note, telegrammi o articoli di giornale; inoltre, precisa di aver giocato con ‘minimi sfasamenti temporali, nonché di qualche altra minuscola libera invenzione’. Probabilmente, Scurati ha voluto prevenire eventuali critiche o polemiche, già piovute su di lui nel 2018.
Gli effetti sono di un’efficacia assoluta: uomini “grigi”, come gli anni in cui vivono, gestione spietata del potere e trionfo del regime attraversano le pagine del romanzo documentario. Le pagine di Scurati ci restituiscono l’immagine di un Mussolini astuto, autoritario, irriconoscente, e di un Paese ormai anestetizzato, con le opposizioni cancellate, il Parlamento esautorato ed un popolo affascinato dall’uomo forte, che agisce piuttosto che riflettere. Eppure, già aleggia nel testo un profondo senso di morte; si sente nell’aria un ‘coro di morti’, che giunge ‘non dal passato ma da un avvenire imminente’, che sconvolgerà l’Italia e l’Europa tutta.