La X Prize Foundation ha annunciato i cinque finalisti tra le sedici squadre rimaste in gara per il Google Lunar X Prize – la competizione spaziale sponsorizzata da Google che mette in palio un totale di 30 milioni di dollari per le prime squadre private che riusciranno a far atterrare – entro la fine del 2017 – un rover sulla superficie della Luna, il quale dovrà percorrere almeno 500 metri, inviando immagini e video ad alta definizione.
Il team che per primo raggiungerà l’obiettivo riceverà un premio di 20 milioni di dollari; per il secondo che riuscirà nell’impresa è prevista una vincita di 5 milioni di dollari; il restante montepremi sarà assegnato al team che riuscirà a completare altre missioni: percorrere almeno cinque chilometri sulla superficie del satellite, visitare e fotografare i siti di allunaggio delle missioni Apollo o di altri oggetti di costruzione umana, o verificare la presenza di acqua e ghiaccio.
X Prize Foundation ha deciso poi di introdurre un “diversity prize”, un bonus di un milione di dollari da dividere tra tutte le 16 squadre che hanno partecipato al concorso, tra cui anche il Team Italia, composto da Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università la Sapienza di Roma, Università Federico II di Napoli, Thales Alenia Space di Torino, CGS-Compagnia Generale per lo Spazio e Techno system development.
“Ognuno di questi team si è impegnato al massimo per dimostrare che non c’è bisogno di essere una superpotenza del governo per inviare una missione sulla luna, dando nel frattempo al pubblico la motivazione per interessarsi ai campi della scienza” spiega Chanda Gonzales-Mowrer, senior director del Google lunar Xprize
Le 5 aziende spaziali – che hanno sottoscritto un contratto di lancio verificato da X Prize – sono:
SpaceIL, (Israele), che ha progettato un lander di nome Sparrow dalle sembianze di una ‘cavalletta spaziale’ in grado di fare balzi di circa 500 metri. Secondo i piani Sparrow sarà lanciato da un razzo Falcon della SpaceX di Elon Musk nella seconda metà del 2017.
MoonExpress, (Stati Uniti), il cui lancio è previsto nei primi mesi del 2017, partirà da Cape Canaveral a bordo di Electron, un razzo sperimentale progettato dalla startup aerospaziale Rocket Lab. Nel 2016 la Moon Express ha ottenuto anche l’approvazione regolamentare per il suo atterraggio da parte del governo degli Stati Uniti.
Team Indus, (India), che viaggerà a bordo del razzo PSLV, acquistato dall’Agenzia Spaziale Indiana e dall’Indian Space Research Organization, che ha già operato in numerose missioni per l’agenzia spaziale nazionale, incluse alcune verso Marte.
Hakuto, (Giappone), composto da due rover, Moonraker (il più grande a 4 ruote) e Tetris, più adatto per l’esplorazione di cavità. Il team giapponese Hakuto pagherà il TeamIndus così da poter lanciare anche i propri dispositivi con il razzo PSLV del team indiano, entrambi previsti per la fine dell’anno.
SynergyMoon, collettivo interazionale di oltre 15 paesi, che viaggerà su un razzo sperimentale, Neptune 8, prodotto dalla Interorbital Sysyem e – come Electron – non ha mai raggiunto lo spazio prima d’ora. Il Team Synergy ha visto l’approvazione dei propri piani ad Agosto 2016 e farà partire il razzo dall’oceano.