Una delle sfide più stimolanti per chi si occupa della progettazione delle future basi lunari riguarda la costruzione di strutture capace di reggere temperature estreme.
Un recente studio dell’ESA sta valutando la possibilità di utilizzare fonti sostenibili per un motore che consenta il mantenimento degli habitat dei futuri habitat umani. I coloni,dovranno affrontare il gelo prolungato della lunga notte lunaree trovare il modo di immagazzinare l’energia solare nei momenti di disponibilità.
Fino ad ora l’energia radioattiva era considerata la scelta migliore per gli habitat lunari, anche se i costi e le difficoltà di spedizione, rendevano l’utilizzo di questa fonte estremamente complicato.
“Ora ci stiamo dedicando alla valutazione di fonti di energia sostenibili – ha spiegato Moritz Fontaine dell’ESA – utilizzando le capacità di assorbimento delle polveri lunari che sono in grado di immagazzinare energia quando vengono colpite dalla luce solare, per poi rilasciare calore durante la notte”.
Questo motore termico, spinto dallo sbalzo di temperatura, dovrebbe essere alimentato dalla luce solare durante il giorno, quando le temperature possono salire fino a 100 gradi. Una volta calata la notte, verrebbe alimentato dal rilascio graduale di energia proveniente dal suolo surriscaldato.
Ora che il principio è stato elaborato, si passerà agli studi e alle simulazioni che permetteranno di capire le potenzialità del sistema. I risultati, dovrebbero poi consentire la costruzione di un prototipo per dare il via alla fase di test.