Firmare provvedimenti di grazia o di commutazione di pena per un presidente uscente è una prassi consolidata negli Stati Uniti. Che Trump abbia, dunque, firmato provvedimenti di questo genere l’ultimo giorno del suo mandato non stupisce. Potremmo dire che, nella sua uscita di scena, questo è l’unico rito che ha voluto riservarsi (se si pensa che non ha voluto partecipare alla cerimonia d’insediamento del suo successore). Ciò che lascia pensare, piuttosto, sono le persone alle quali tali provvedimenti sono rivolti. 143 tra vecchi collaboratori e sostenitori della sua parte politica accusati per lo più di truffa e riciclaggio. Questo è l’ultimo atto di Trump come presidente degli Stati Uniti.
Steve Bannon…
Tra i nomi delle persone che hanno beneficiato della grazia di Trump risuona, primo fra tutti, quello di Steve Bannon. Banchiere, politologo e attivista di estrema destra, Bannon ha diretto nel 2016 la campagna elettorale di Trump e dopo le elezioni è entrato nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale. Dopo qualche mese, però, è stato rimosso dall’incarico per dissapori con Ivanka Trump e nel 2020 è stato arrestato per frode. Il faccendiere era stato coinvolto in una raccolta fondi per la costruzione del muro tra Stati Uniti e Messico e dopo alcune ricerche si era scoperto che aveva intascato parte dei soldi. Il processo a suo carico doveva ancora iniziare.
… e gli altri
Nella lista dei graziati trovano posto anche altri sostenitori, a vario titolo, dei partito repubblicano. Paul Erickson, condannato per riciclaggio e truffa, Rick Renzi, ex parlamentare condannato per corruzione, Elliott Broidy che aveva intessuto oscuri traffici con la Cina. Poi c’è il rapper Lil Wayne, colpevole di possesso illegale di armi, Sholam Weiss condannato per truffa, Anthony Levandowsky, condannato per furto di segreti industriali. Ancora William T. Walters, un giocatore d’azzardo, finito in carcere per insider trading. Kwame Kilpatrick, ex sindaco di Detroit, che stava scontando una pena per corruzione. Il consulente politico Ken Kurson.
Trump: è l’ultimo atto come presidente?
L’uscita di scena di Donald Trump, lo sappiamo, è stata tutt’altro che pacifica. Lungi dall’aver accettato il risultato elettorale, nel suo ultimo discorso prima di volare in Florida ha dichiarato che tornerà presto sulla scena politica con un nuovo partito. E se anche stavolta il tycoon ha utilizzato la sua posizione per i propri scopi personali (come ad esempio, con le nomine al Congresso dello scorso autunno che avrebbero dovuto garantirgli un secondo mandato), la concessione della grazia da parte di Trump fa presagire la volontà di crearsi una nuova compagine a suo sostegno. Intanto il secondo mandato presidenziale è sfumato. Come andrà a finire la sua nuova avventura politica?
In copertina foto di Gage Skidmore da Peoria, AZ, Stati Uniti d’America